L’Aquila. “Con la recente riorganizzazione a livello nazionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Italia vedrà L’Aquila come l’unico capoluogo di regione a perdere l’Ufficio dirigenziale, subendo un declassamento economico, amministrativo e politico del territorio, dichiarano il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e il consigliere comunale dell’Aquila Paolo Romano. Persino le cinque posizioni organizzative previste per gli uffici declassati sembrerebbero destinate a essere ridotte di due unità: un ridicolo contentino.
Gli uffici di Pescara, invece, avrebbero un ulteriore potenziamento arrivando a ottenere ben nove posizioni organizzative, oltre alle POER e alla stessa Direzione unica abruzzese, proseguono Pietrucci e Romano. L’Aquila manterrebbe sul territorio a malapena il 10% di quanto si era prospettato, nonostante gli investimenti fatti per potenziare il capoluogo, come l’immobile dell’Agenzia in piazza Santa Giusta, i concorsi mirati proprio in favore della sede aquilana, anche con figure professionali di chimici e biologi in vista dell’apertura del laboratorio con annessa scuola di formazione. Tutto andrà perso nel momento in cui la riforma sulla riorganizzazione diventerà effettiva.
Al capoluogo d’Abruzzo resterà di competenza regionale soltanto la funzione antifrode, un vero e proprio specchietto per le allodole, che non compenserà in alcun modo un ridimensionamento così pesante e ingiustificato, destinato a far perdere anche la centralità nella stessa provincia avuta fino a oggi, affermano Pietrucci e Romano.
Si tratta di un abile disegno di scelte politiche, amministrative ed economiche che concentrerà funzioni e competenze lungo la costa, e in particolare su Pescara, continuano Pietrucci e Romano. Questa scelta, destinata a diventare effettiva entro novembre, non può chiaramente essere imputabile alla città adriatica, ma alla classe dirigente al governo della regione e del comune capoluogo. Il ruolo che si sta delineando per L’Aquila è infatti sempre più misero e le fantasie risarcitorie della cosiddetta città territorio si sono già miseramente infrante contro un presente e un futuro di debolezza politica e sudditanza amministrativa ed economica. Governare significa assumersi la responsabilità del benessere economico e sociale di una comunità, anche quando questo comporta un duro confronto con la propria parte politica.
Dare l’ordine di votare favorevolmente atti consiliari presentati dall’opposizione in Consiglio comunale o regionale, se poi mancano la volontà e la capacità politica per tradurli in atti concreti, si traduce in una presa per i fondelli, sottolineano Pietrucci e Romano. Emblematico è il caso della delegazione comunale che avrebbe dovuto incontrare il viceministro Leo: nonostante le ripetute dichiarazioni e le sue assidue visite in Abruzzo, la classe dirigente del centrodestra non è riuscita nemmeno a fissare un incontro interlocutorio. Emblematico è l’aver disatteso anche tutti gli impegni presi all’interno della conferenza dei capigruppo regionale. Pierluigi Biondi e Marco Marsilio non possono pensare di uscirne indenni.
Da mesi i sindacati lanciano l’allarme in audizione al Comune, ma le loro richieste cadono nel vuoto, concludono Pietrucci e Romano. Restano la vergogna e due mesi di tempo prima che scada quello delle false promesse e che L’Aquila faccia un altro passo indietro nella storia di questa regione.”