Pescara. “Ordinanza anti-alcol necessaria per tutelare minori e città”, afferma il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Pescara, Maria Luigia Montopolino, “nessuna zona sarà abbandonata, basta polemiche”.
“L’ordinanza che vieta il consumo di bevande alcoliche in alcune aree pubbliche di Pescara è un provvedimento necessario e di buonsenso, adottato per contrastare un fenomeno preoccupante che sta prendendo piede anche tra i minori. Parliamo di un fenomeno”, sottolinea Montopolino, “che tocca la sfera della salute pubblica, della sicurezza urbana e della vivibilità cittadina. Da tempo promuoviamo percorsi educativi per sensibilizzare soprattutto i giovani sui pericoli legati all’abuso di alcool. Se oggi però ci ritroviamo con adolescenti che si ubriacano per strada, spesso prima ancora di entrare nei locali, allora è evidente che servono strumenti immediati”.
“L’ordinanza”, precisa la consigliera, “non vieta la vendita di alcolici né penalizza gli esercenti. Interviene solo per limitare l’assunzione incontrollata in aree pubbliche dove si registrano episodi di degrado, abbandono di rifiuti e disagio per i residenti. Difendere la ‘movida sana’, quella nei locali e in sicurezza, è una priorità”.
“Chi oggi accusa l’amministrazione comunale di intervenire in ritardo”, replica Montopolino quanto alle critiche del Pd, “è lo stesso che per anni ha ignorato la malamovida e il degrado. Oggi esiste finalmente uno strumento chiaro che consente di agire. I controlli ci saranno e saranno calibrati anche sulla base dell’esperienza delle prossime settimane. Quanto poi alla presunta ‘città divisa in due’, è una forzatura. L’ordinanza interviene in modo mirato dove i problemi sono più evidenti, ma nessuna zona è e sarà trascurata”.
“Mi auguro con il cuore che le famiglie facciano la loro parte”, conclude la consigliera con l’appello alle familiglie, “i genitori devono essere alleati attivi in questo percorso di prevenzione. Se i ragazzi bevono per strada a 13, 14 o 15 anni, qualcosa non va. Ben vengano, dunque, provvedimenti se servono a mettere un punto fermo. Non possiamo rimanere in silenzio mentre cresce un problema sociale così grave”.