Pavia. Nel corso dell’esame autoptico sui resti mortali di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, fu effettuato un campione del cavo orale della giovane. Diciotto anni dopo, nell’ambito della nuova indagine sul caso, attualmente in corso, è stato individuato sul tampone preso allora un Dna maschile. Sottoposto ai necessari esami, non è risultato riconducibile alle impronte genetiche di soggetti coinvolti nella vicenda ed è stato denominato “Ignoto 3”. Si è dunque ipotizzato che potesse appartenere a un soggetto sconosciuto presente sulla scena del crimine al momento del delitto o che potesse essere frutto di una contaminazione. Oggi, la Procura ha reso noto che il campione sarebbe effettivamente riconducibile a una contaminazione involontaria appunto verificatasi nel corso della richiamata autopsia.
“A seguito del rinvenimento di un profilo genetico sconosciuto su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima, la Procura di Pavia, ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti scientifici”, si legge in una nota diffusa oggi. “Tali verifiche comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, sono state effettuare dai genetisti Prof. Carlo Previderè e Dr.ssa Pierangela Grignani, Ct del Pm, al fine di evitare indagini su terzi soggetti.”
I due consulenti avrebbero quindi stabilito che il profilo in questione coincide con quello di un soggetto sottoposto ad autopsia a ridosso degli accertamenti compiuti su Chiara. Si ipotizza che tale contaminazione possa essere avvenuta tramite strumenti o materiali come pinze o garze, non perfettamente isolati, impiegati nel corso dell’esame.
Per gli avvocati di Giada Bocellari e Antonio De Rensis, difensori di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto, la scoperta della contaminazione è uno “di questi gravissimi fatti” che “compromettono in radice le valutazioni svolte nel processo a carico di Stasi e sono già di per sé idonei a ottenere una revisione della sua condanna.”
Nella medesima nota, la Procura ha inoltre annunciato di aver dato incarico all’antropologa e medico legale Cristina Cattaneo di effettuare ulteriori verifiche sulle cause della morte di Chiara Poggi. Nell’ambito della nuova inchiesta in corso, che vede indagato per il delitto Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, si intende infatti riesaminare ogni dato già acquisito al fine di accertare l’eventuale presenza di elementi tecnico-scientifici utili a comprendere la dinamica dell’evento. I risultati delle analisi potrebbero essere illustrati in aula il 24 ottobre prossimo, data fissata per la prosecuzione dell’incidente probatorio in corso.
Mentre gli scienziati forensi sono al lavoro, sui media prosegue acceso il dibattito sulla vicenda e sul nuovo corso dell’indagine. L’attuale indagato, Andrea Sempio, continua a ribadire la sua estraneità ai fatti. Sua madre, Daniela Ferrari, recentemente intervenuta nel corso della trasmissione Filorosso, ha dichiarato: “Secondo me, mio figlio stanno tentando di incastrarlo creando cose che non sono vere. Abbiamo sempre detto la verità e se le indagini verranno fatte correttamente emergerà la stessa versione che abbiamo sempre raccontato.” La donna ha rimarcato che la sua famiglia vive “un incubo” da quando suo figlio, lo scorso febbraio, è stato iscritto nel registro degli indagati.