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Autismo in Abruzzo: allarme dalle famiglie e dalle associazioni. Richiesta di audizione per servizi inadeguati

Fabrizio Beltrame di Fabrizio Beltrame
25 Luglio 2025
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L’Aquila. Le associazioni Autismo Abruzzo APS e Angsa Abruzzo APS hanno sollevato con forza una serie di criticità riguardanti l’assistenza alle persone con autismo sul territorio regionale, chiedendo un’audizione urgente alla Commissione Consiliare “Salute, Sicurezza Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro”. Le istanze, presentate lo scorso 23 maggio, dipingono un quadro preoccupante di carenze strutturali e di risorse.

Tra le problematiche più stringenti, le associazioni evidenziano l’assenza di una rete di emergenza e urgenza adeguata. Attualmente, non esiste alcuna struttura in Abruzzo o nel Centro Italia capace di accogliere temporaneamente un minore o un adulto autistico che perda improvvisamente il supporto genitoriale. Tale lacuna espone a rischi elevati decine di famiglie monoparentali, dove anche un semplice infortunio del genitore può compromettere l’assistenza continua, come drammaticamente accaduto a Teramo, dove un genitore ricoverato è stato costretto a portare con sé il figlio minore gravemente autistico.

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Altre gravi criticità riguardano la salute orale per pazienti non collaboranti, che devono affrontare liste d’attesa di mesi (fino a sei) per le cure dentarie che richiedono sedazione chirurgica. Le sedute disponibili presso il San Salvatore dell’Aquila e il Renzetti di Lanciano, uniche strutture attrezzate, sono giudicate insufficienti.

Le liste d’attesa per l’autismo rimangono un nodo cruciale. Nonostante l’Abruzzo assicuri a circa il 70% dei bambini l’accesso a cure di buona qualità, molti restano esclusi. Le associazioni ricordano che l’erogazione delle prestazioni è un obbligo per la Regione in virtù della Legge 134/2015 e dei nuovi LEA (dpcm 12 gennaio 2017). Numerose ordinanze e sentenze dei Tribunali abruzzesi hanno già chiarito i diritti e le responsabilità in materia, sollecitando l’accesso alle cure per tutti i soggetti con diagnosi di autismo e verbale UVM, con risorse stimate non sulla base della spesa storica, ma delle prescrizioni formali.

Altrettanto urgente è l’attuazione dell’integrazione socio-sanitaria, attesa da anni e fondamentale per costruire percorsi di autonomia per ragazzi e adulti. Senza un “proseguimento” strutturato (centri diurni, esperienze di vita autonoma, avviamento al lavoro), il percorso riabilitativo rischia di essere vanificato. Le associazioni propongono di valorizzare la capillare rete del terzo settore e l’esperienza degli enti locali per attivare tali servizi.

La residenzialità diffusa è un altro punto dolente: i posti letto attuali sono solo di tipo sanitario e già saturi. La mancanza di nuove strutture, dettata da timori di costi, alimenta una “mobilità passiva” verso altre regioni, soprattutto per gli adulti che, venuta meno la forza dei familiari, finiscono in strutture esterne dopo lunghe attese. Viene sollecitato un ampliamento urgente dei posti letto e lo sviluppo di modelli di vita “socio-sanitaria” inclusivi e a costi contenuti.

Infine, l’accesso alle cure ospedaliere e la prevenzione necessitano di un protocollo specifico per il paziente “non collaborante”, per evitare situazioni complesse e assicurare un percorso di “prevenzione globale” attraverso visite pianificate e interventi anticipati, riducendo il ricorso alla rete ospedaliera.

Le criticità sono state già esposte alla Commissione Vigilanza il 3 aprile 2025, evidenziando la necessità di un ulteriore approfondimento. Autismo Abruzzo, iscritta al Registro dei Portatori di interesse del Consiglio Regionale, intende portare tali segnalazioni alla Commissione V, ricordando di averle già segnalate all’Assessore alla Sanità, al Direttore dell’Agenzia Sanitaria Regionale e al Presidente Marco Marsilio.

Mentre le associazioni attendono un segnale concreto dalle istituzioni, la Giunta Regionale ha stabilito con la Delibera n. 409/2025 che le risorse per il 2026 saranno pari a quelle del 2025, senza una visione dedicata a chi è in lista d’attesa o ha ricevuto una nuova diagnosi. Si prevede che per tutto il 2025 e il 2026 molti resteranno fuori dal percorso riabilitativo, e anche la rivendicazione legale del diritto alle cure è stata “regolamentata” con limitazioni di risorse solo per le ASL di Chieti e Pescara.

Le associazioni concludono ribadendo con forza che “Una Regione che guarda allo sviluppo, al turismo e all’innovazione non può permettersi di dimenticare i più fragili. Garantire continuità, equità e futuro ai cittadini autistici non è un favore, è un dovere costituzionale”.

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