Nel 31° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta persero la vita, arriva in Abruzzo una nuova iniziativa concreta per trasformare la memoria in azione. È stata infatti annunciata la proposta di legge regionale per la valorizzazione e il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, un passo decisivo per restituire alla collettività patrimoni sottratti a mafie e clan.
“Ricordare Borsellino non significa solo commemorare, ma agire concretamente per costruire percorsi di legalità e giustizia sociale” sottolinea il proponente, che invita a superare la mera confisca e a puntare sulla restituzione e trasformazione dei beni. L’obiettivo è chiaro: convertire immobili e proprietà sottratti alla criminalità in luoghi di riscatto, lavoro, cultura e inclusione.
La proposta prevede la creazione di un fondo regionale dedicato ai comuni e alle associazioni del terzo settore, che sosterrà la riqualificazione degli immobili confiscati e promuoverà progetti sociali e culturali capaci di restituire valore e utilità a questi spazi.
Numerose altre regioni italiane, come Emilia-Romagna, Lombardia, Campania, Sicilia e Calabria, hanno già adottato normative simili, dimostrando l’efficacia di questo strumento nel contrasto alle mafie e nel rafforzamento delle comunità locali. Anche l’Abruzzo vuole oggi dotarsi di una legge che dia impulso a questi processi, con un forte segnale di impegno e speranza.
La proposta di legge sarà discussa nelle prossime settimane in Commissione regionale, aperta a contributi e confronto bipartisan. “Qui non servono bandiere, ma un obiettivo comune”, afferma il proponente, ribadendo che restituire i beni confiscati significa “costruire fiducia e onorare chi ha sacrificato la propria vita per la giustizia”.