L’Aquila. Si è svolto oggi, presso la sede della Regione Abruzzo, un incontro convocato dall’assessora Magnacca con la presenza del Presidente Marco Marsilio e dei vertici Stellantis. “Un confronto ottenuto grazie alla pressione costante della FIOM, che da mesi denuncia una crisi industriale profonda che altri faticano ancora a riconoscere”. E’ la nota dei sindacati FIOM CGIL CHIETI, FIOM ABRUZZO MOLISE, CGIL ABRUZZO MOLISE.
“Nel corso dell’incontro, abbiamo illustrato le nostre preoccupazioni sulla situazione dello stabilimento Stellantis di Atessa e, in particolare, sull’indotto, mettendo in evidenza la carenza di investimenti sullo stabilimento abruzzese rispetto a quello polacco di Gliwice, dove, invece, sono stati già pianificati e realizzati da tempo. I numeri parlano chiaro: da oltre 6.000 lavoratori impiegati nell’ex stabilimento Sevel, si rischia di chiudere il 2025 con meno di 4.500 addetti, coperti da contratti di solidarietà. Una realtà che non può più essere ignorata, così come le ripercussioni sull’indotto. Durante la riunione, Stellantis ha confermato le recenti dichiarazioni dell’amministratore Imparato, definendole un caso limite. Tuttavia, l’azienda ha ribadito che, in assenza di un intervento strutturale sulle attuali regole europee e sull’elevato costo dell’energia in Italia, si rischia un punto di non ritorno per la produzione nel nostro Paese. Abbiamo chiesto alla Regione di attivarsi immediatamente nei confronti del Governo affinché venga aperto un tavolo nazionale sull’automotive presso Palazzo Chigi. È urgente che l’esecutivo prenda in mano la situazione e si assuma la responsabilità di dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori.
Purtroppo, dobbiamo constatare che non è arrivata una vera smentita delle parole di Imparato. Le sue affermazioni sono state derubricate a “esempio estremo”, ma restano un elemento sul tavolo della discussione. Usciamo da questo incontro con alcune conferme ma anche con molti dubbi. Non possiamo rassicurare chi ogni giorno tiene in piedi l’economia industriale di questa regione. L’unica cosa che oggi le lavoratrici e i lavoratori chiedono è chiarezza e certezze per il loro futuro”.