L’Aquila. Le stime sul possibile impatto dei dazi USA sull’economia abruzzese sono un allarme che non può restare inascoltato: parliamo di una perdita potenziale di 350 milioni di euro, con settori chiave come il farmaceutico, l’agroalimentare, l’elettronico e meccanico, colpiti in pieno. A fronte di questi numeri drammatici, non possiamo accettare il silenzio o l’immobilismo della Regione Abruzzo, né limitarci a commenti di circostanza. Serve una risposta istituzionale forte e compatta, che parta dalle Regioni, dai Comuni e dalle categorie produttive, coinvolga il Governo e l’Europa. Per questo chiediamo al presidente Marsilio e alla sua Giunta di attivarsi immediatamente presso il Governo nazionale, coinvolgendo la Conferenza Stato-Regioni, l’Anci, l’Ali, le associazioni di categoria, le Camere di commercio e tutti gli attori che hanno a cuore la tenuta dell’economia abruzzese e di coinvolgere le istituzioni europee, attraverso gli europarlamentari che rappresentano anche l’Abruzzo a Bruxelles”, l’appello del segretario regionale del PD Daniele Marinelli.
“L’effetto domino è sotto gli occhi di tutti: 820 milioni di export nel primo trimestre 2024 verso gli USA, un balzo del +42% rispetto all’anno precedente, rischiano di diventare un punto debole, e non di forza, per il nostro sistema produttivo – così Marinelli – . Un danno non univoco, perché pagheranno le spese della sconsiderata politica trumpiana anche i consumatori americani, perché a prescindere dai dazi, il peso di questi non resta tutto in capo alle aziende esportatrici, l’entità si ripercuoterà sulle imprese americane che saranno costrette ad aumentare i prezzi e sulle famiglie americane costrette a pagare di più i prodotto non made in USA. La politica nazionale ha fallito nel prevenire questi scenari, nonostante proclami su rapporti preferenziali con l’amministrazione Trump. Ora non possiamo restare spettatori mentre una scelta sconsiderata e aggressiva mette a rischio PIL, posti di lavoro e intere filiere. Il Partito Democratico d’Abruzzo sarà al fianco delle imprese, dei lavoratori e dei territori. L’imponente danno potenziale deve diventare motore di una mobilitazione vera, che parta dal basso ma trovi nelle istituzioni regionali e nazionali un presidio attivo e propositivo. O si agisce ora, o si rischia il collasso di comparti strategici per il futuro dell’Abruzzo”.