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Stazione Ornitologica Abruzzese: ecco il documento che inchioda l’Ente Parco

Redazione Centrale di Redazione Centrale
17 Luglio 2016
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L’Aquila. 25 -i lavori proseguono anche dopo l'incrocio con Vallone Cervara in direzione Fonte Aceretta (1)La Stazione Ornitologica Abruzzese è in grado di divulgare un documento che inchioda l’Ente Parco alle sue responsabilità sullo sfregio in atto nella Vallelonga, con lavori di asfaltatura del costo di quasi mezzo milione di euro di fondi pubblici per una strada che per legge dovrebbe rimanere chiusa al traffico. Il Parco d’Abruzzo a maggio 2015 in un documento a firma del suo Presidente Carrara riteneva che nel Comune di Villavallelonga la strada sterrata dei Prati d’Angro, insieme ad altre strade elencate con precisione, dovesse essere chiusa sulla base della Legge 3/2014 della Regione Abruzzo. La lettera del Parco a Comuni, regione e forestale è netta ed inequivocabile, anche nel definire “sterrata” questa strada. Ricordiamo che il PNALM in questi mesi ha ripetutamente risposto alle associazioni sostenendo che la strada fosse già asfaltata e che si trattava di semplice manutenzione. Il presidente Carrara evidenziava la necessità di apporre una sbarra consentendo l’accesso ai soli aventi diritto, come d’altro lato prescrive la Legge regionale 3 del 2014. Carrara nella parte finale della nota chiarisce ai comuni che per la tutela dell’Orso bruno queste misure sono importantissime, richiamando anche l’applicazione del PATOM. Scrive il Presidente: Addirittura ricorda ai comuni le conseguenze della mancata chiusura della strada in questione: la perdita dei finanziamenti comunitari! Quindi una cosa molto seria. Peccato che pochi mesi prima, a gennaio 2015, il Direttore Febbo ne aveva inopinatamente autorizzato addirittura l’asfaltatura su tutto il tratto su proposta del Comune di Villavallelonga per un costo di mezzo milione di euro. Solo dopo le proteste delle associazioni e interrogazioni parlamentari avvenute nel 2016, le strutture tecniche del PNALM fanno una tardiva e limitata marcia indietro prescrivendo il 29 giugno 2016 di evitare l’asfalto solo su un brevissimo tratto, quello finale, permettendo comunque la posa del conglomerato bituminoso anche dentro al territorio del Parco, ben oltre il punto di ingresso nel Parco che dovrebbe essere il luogo dove allocare la sbarra. Dispone inoltre un divieto di accesso relativo solo alle ore notturne. Facciamo notare che la legge citata da Carrara non differenzia tra ore notturne e diurne: l’accesso deve essere interdetto sempre! Come avevano largamente previsto le associazioni alla fine lo sfregio è stato assicurato. Il tardivo intervento di queste ore con un’ordinanza di fermo dei lavori, emessa solo a seguito delle reiterate denunce delle associazioni e a lavori per gran parte realizzati, è relativo solo a quel tratto brevissimo e non sul resto della strada dove invece i lavori di asfaltatura proseguono, anche dentro al territorio del PNALM. A cosa dobbiamo la diversa valutazione tra il Direttore Febbo rispetto a quanto richiesto dall’Ente Parco e dal suo Presidente tanto da permettere di spendere mezzo milione di euro per asfaltare una strada per la quale il Parco stesso, ai suoi massimi livelli, aveva chiesto la chiusura ammettendo anche che era sterrata? Perché il 29 giugno 2016 nel parere sulla Valutazione di Incidenza Ambientale a firma del Direttore Febbo l’Ente Parco non ha recepito le indicazioni provenienti…da una legge regionale e dal suo Presidente? L’orso bruno non è più in pericolo? Il PATOM non prevede più la chiusura di queste strade? L’asfalto serve per tutelare l’orso? Ovviamente, non appena avremo concluso gli accessi agli atti che abbiamo avviato presso vari enti, provvederemo ad inoltrare un altro dettagliato esposto anche alla Corte dei Conti. Alla Commissione Europea chiederemo che intervenga presso lo Stato Italiano per recuperare i fondi dei progetti LIFE sull’Orso, almeno quelli dedicati alla chiusura delle strade. In generale non ci possiamo permettere una gestione bipolare di un ente fondamentale per la tutela di siti di interesse planetario. Crediamo che il direttore dell’Ente abbia commesso una serie incredibile ed inaccettabile di errori nonostante sia stato messo in guardia in questi mesi in mille modi. Erano anni che non si vedeva in un Parco abruzzese un tale scempio, figurarsi nel regno dell’Orso. Il Direttore ne tragga le conseguenze; se non è in grado di farlo da solo intervenga il Ministero dell’Ambiente.

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