Sulmona. “Indecente. Non troviamo altra parola per definire quello che ieri è andato in onda nel momento in cui il Giro d’Italia è passato a Sulmona davanti a Case Pente”, dichiara il Coordinamento Per il Clima Fuori dal Fossile di Sulmona.
“Le telecamere della Rai hanno inquadrato – per caso? – un cantiere che appariva impeccabile, con gli operai tutti rigorosamente con le loro casacche gialle e tutti dotati dell’obbligatorio elmetto da lavoro che, festanti, salutavano i ‘girini'”, prosegue il Coordinamento.
“Disegnata a terra una gigantesca bicicletta e la scritta ‘W il Giro’. Ben visibile, in primo piano, il nome della multinazionale tedesca che, per conto della Snam, sta costruendo la centrale di compressione. Non c’è che dire: uno spot in piena regola, che ha mostrato agli italiani come deve essere un cantiere modello, perfettamente in ordine, e carico di entusiasmo nei confronti di uno degli sport nazionali più amati”, afferma ancora.
“Peccato che quella scritta fosse incompleta, perché dopo ‘W il Giro’ doveva seguire ‘abbasso l’ambiente e la storia della Valle Peligna’”, aggiunge il Coordinamento. “Il volto nascosto di quello spot è, infatti, un’area totalmente sventrata e devastata dalle gigantesche ruspe della Snam che, pur di realizzare un’opera che non serve a nessuno, hanno cancellato per sempre le tracce lasciate da un popolo che viveva in questa valle fin da 4200 anni fa.”
“Il volto nascosto di quello spot è un’area resa libera da organi dello Stato per essere aggredita dal cemento”, sottolinea il Coordinamento, “e che in tempi antichissimi era ritenuta sacra dai nostri avi perché ospitava due necropoli, che oggi non ci sono più. Il volto nascosto di quello spot è un paesaggio massacrato – che gli italiani che seguivano il Giro non hanno visto e non vedranno mai – in un territorio che è il crocevia del sistema dei Parchi abruzzesi e che potrebbe essere una delle capitali, se non la capitale, della natura protetta in Italia.”
“Il volto nascosto di quello spot è un cantiere illegale – vero, Snam? – che non poteva aprire perché non ha adempiuto alle prescrizioni ante operam dettate dal decreto VIA quale condizione fondamentale per l’avvio dei lavori”, denuncia ancora il Coordinamento.
“Un cantiere illegale che continua ad andare avanti nonostante che l’autorizzazione a costruire sia scaduta il 7 marzo 2023 e mai più prorogata. Un cantiere i cui lavori sono iniziati prima che fossero concluse le indagini di archeologia preventiva”, afferma.
“Il volto nascosto di quello spot è quello degli esposti che su queste illegalità abbiamo presentato da molto tempo e dei quali non si è saputo più nulla”, prosegue il Coordinamento. “La Procura della Repubblica ci dica, dopo due anni, qual è il loro esito. Essi sono infondati? E allora, che vengano archiviati. Hanno invece un fondamento? E allora che si proceda”, conclude.