“Nel febbraio 2017 un lavoratore della ex Sevel, cui non venne consentito l’utilizzo dei servizi igienici durante il turno di lavoro, finì per minzionarsi addosso. Nessuno rimpiazzò la sua postazione e, successivamente, non gli fu neppure consentito l’uso degli spogliatoi per potersi cambiare”, dichiara l’Unione Sindacale di Base – Federazione Abruzzo e Molise.
“USB proclamò uno sciopero immediato e mise a disposizione del lavoratore i propri legali, ritenendo che avesse subito una situazione gravemente lesiva della propria dignità personale”, prosegue il sindacato.
“La vicenda ebbe un forte clamore mediatico e si sviluppò in un lungo iter giudiziario, giunto a conclusione definitiva l’11 maggio 2025. La Corte Suprema di Cassazione, con la pubblicazione della sentenza della sezione lavoro, ha dichiarato inammissibile il ricorso di Stellantis avverso la sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila, che aveva confermato quella di primo grado del Tribunale di Lanciano. Quest’ultima riconosceva la responsabilità di Stellantis (ex Sevel-FCA) e accertava che il lavoratore aveva subito una lesione della propria dignità personale, verificatasi sul luogo di lavoro, in violazione dell’art. 2087 c.c.”, sottolinea l’USB.
“La stessa Corte ha inoltre condannato Stellantis alla rifusione delle spese di lite, disponendo – a tutela del lavoratore – che, ai sensi dell’art. 52 del D.lgs. n. 196/03, in caso di diffusione dell’ordinanza si omettano le generalità e gli altri dati identificativi dello stesso”, spiega il sindacato.
“Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per aver restituito parte della dignità al lavoratore che, con coraggio, ha scelto di intraprendere la strada giudiziaria, spinto dalla volontà che nessun collega possa più vivere una situazione simile”, dichiara l’Unione Sindacale di Base.
“Dedichiamo questa vittoria al compianto Fabio Cocco, allora coordinatore USB Lavoro Privato Abruzzo, che fu determinante nel denunciare l’accaduto e nel sostenere il lavoratore. Fabio dovette affrontare anche le tensioni di un procedimento giudiziario, avviato a seguito di una querela aziendale per diffamazione aggravata a mezzo stampa, a suo carico e del lavoratore, poi archiviato dal GIP del Tribunale di Lanciano nel 2020”, ricorda l’USB.
“Un ringraziamento particolare va all’avvocato Diego Bracciale del Foro di Chieti, che ha svolto un lavoro ineccepibile e professionale, conducendo a questo epilogo che rappresenta una vittoria per il lavoratore, per l’USB e per tutti i lavoratori”, conclude l’Unione Sindacale di Base – Federazione Abruzzo e Molise.