Pescara. A tre settimane dalla nuova ordinanza coprifuoco che ha investito le attività commerciali nella zona di Piazza Muzii, è unanime il coro di critiche e proteste da parte degli esercenti del centro cittadino. La misura, che impone il divieto di somministrazione di bevande da asporto e di servizio ai tavoli all’esterno dopo la mezzanotte nei weekend, è stato al centro della seduta odierna della Commissione Controllo e Garanzia, con l’audizione dei rappresentanti delle associazioni di categoria e dell’assessore al commercio, Zaira Zamparelli.
“Una misura repressiva, frettolosa e pericolosamente miope – commenta il Presidente della Commissione, Paolo Sola (M5S) – che ha già sollevato un coro di proteste da parte dei commercianti. Il quadro emerso dalla commissione è disarmante: è un atto calato dall’alto senza nessun confronto nè trasparenza. Le associazioni, che per regolamento sarebbero parte del tavolo tecnico che definisce le misure attuative del piano di risanamento acustico, sono state completamente escluse. Un fatto grave che già di per sè invaliderebbe alla radice l’intero processo decisionale, rendendolo opaco e autoritario. All’interno dello stesso tavolo tecnico siede come membro, invece, il sindaco Masci che ha poi firmato l’ordinanza, delineando un evidente conflitto di ruoli e potenziali profili di incompatibilità. A legittimare l’ordinanza, poi – prosegue Sola – vi sarebbero i rilievi fonometrici dell’ARTA, registrati però durante il periodo natalizio, quando l’afflusso di persone – e dunque i decibel – era ovviamente fuori scala. La stessa ARTA ha sottolineato come tali dati fossero fuorvianti e non rappresentativi, ma per Masci va bene così: basta che servano allo scopo. Se davvero l’obiettivo è tutelare il diritto al riposo dei residenti, perché colpire con le restrizioni i weekend? Cosa succede dal lunedì al giovedì? Il diritto al riposo vale solo tre giorni su sette? L’ennesima dimostrazione di un provvedimento raffazzonato, inefficace e figlio solo della necessità politica di fare qualcosa per rispondere alle azioni legali dei residenti”.
A tratti duro anche il confronto con l’assessore Zamparelli, chiamata a dare risposte o valutare soluzioni alternative a tutela del commercio, ma senza alcuna reale apertura. “L’unica proposta, se può definirsi tale, da parte dell’assessore è stata quella di invitare le attività commerciali ad anticipare gli orari di apertura – spiega Sola – come se non sapesse che sono valutazioni che gli esercenti hanno già fatto e scartato perché comporterebbero comunque aumenti di costi. E come se non bastasse, i rilievi dell’ARTA segnalano sforamenti di decibel anche di giorno, a conferma che sono le soglie di riferimento ad essere inverosimili e praticamente impossibili da rispettare se non riportando l’intera zona alla desertificazione di un tempo. Davanti alle contestazioni, poi – incalza Sola – l’assessore al commercio ha provato a smarcarsi ricordando che la firma sull’ordinanza è del Sindaco, come se lei non fosse espressione della stessa maggioranza, o come se non fosse lei, con la sua delega, a dover difendere il tessuto commerciale cittadino. Contraria al piano di risanamento, quando fu approvato, ma favorevole oggi ai suoi effetti: una posizione schizofrenica che sconfessa apertamente anche il suo stesso partito (Fratelli d’Italia) che pure, con il coordinatore provinciale Stefano Cardelli e il Movimento Giovani di Fratelli d’Italia, aveva preso pubblicamente le distanze dall’ordinanza. Il risultato? Una maggioranza lacerata, dove volano gli stracci ma nessuno ha il coraggio di assumersi le responsabilità. E intanto i commercianti pagano: penalizzati da scelte unilaterali, sacrificati sull’altare del caos politico, lasciati soli da un’amministrazione senza visione. A fine maggio – conclude Paolo Sola – scadrà l’attuale piano di risanamento acustico. Prima di rinnovarlo o di approvarne uno nuovo a colpi di ordinanze estemporanee, sarebbe il momento di aprire un confronto che sia davvero serio, costruttivo e partecipato. Ma ad oggi non sembrano esserci i presupposti e la disponibilità politica, e l’unico rumore che presto rischia di sentirsi in Piazza Muzii è quello dei locali che cominceranno a chiudere definitivamente”.