Le soluzioni emerse dal Consiglio Comunale straordinario di lunedì scorso sull’emergenza frane del quartiere Santa Maria, ma che riguarda anche diverse altre zone di Chieti, ha aperto la strada a possibili soluzioni per la ricollocazione delle tante famiglie costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a rischio. «Soluzioni – sottolinea la presidente del WWF Chieti-Pescara Nicoletta Di
Francesco – che tengono giustamente conto dell’esigenza di limitare, o meglio ancora annullare, ogni ulteriore consumo di suolo. Una scelta urgente: il rapporto Ispra “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” nell’edizione 2024, l’ultima pubblicata, attesta che in Italia ogni giorno vengono cementificati 20 ettari di territorio; questo vuol dire, ed è impressionante, che perdiamo 2,3 metri quadrati di suolo fertile ogni secondo. Apprezziamo le indicazioni del Ministro Nello Musumeci, di Regione e Comune che, con l’approvazione bipartisan delle forze politiche, si sono orientati verso la ricollocazione prioritaria delle famiglie in difficoltà nel centro storico o comunque in edifici già esistenti».
Il sindaco Diego Ferrara si è impegnato, con gli uffici comunali, a effettuare una ricognizione del patrimonio edilizio disponibile. «Dovrà farlo – suggerisce Nicoletta Di Francesco – sia sugli edifici pubblici che su quelli privati. Negli ultimi anni a Chieti si è molto costruito, in parallelo alla diminuzione degli abitanti, con l’ovvia conseguenza di avere un gran numero di appartamenti vuoti, che oggi potrebbero essere utilizzati evitando nuove cementificazioni, da scongiurare comunque, al di là dell’attuale emergenza da risolvere in via prioritaria».
Le aree che si libereranno abbattendo gli edifici pericolanti dovranno tornare “verdi” e alberate, per attenuare il dissesto e a beneficio della collettività. Le occupazioni di suolo vanno contrastate per molte ragioni: «Per ogni nuova costruzione autorizzata – osserva la presidente – diventa poi necessario realizzare strade e fornire servizi: energia, fogne e soprattutto acqua potabile. Questo comporta costi e un aumento dei consumi che rischia di diventare insostenibile, in un’epoca nella quale ci siamo finalmente resi conto che l’acqua è un bene prezioso e non infinito, con alcune zone della città rifornite sempre con difficoltà e con ripetute chiusure in estate e in autunno per l’intera
rete di distribuzione. Ricollocare nel centro storico o comunque in appartamenti già esistenti,
disponibili in tempi brevi, è la strada giusta per far fronte a questa emergenza. La si persegua con
convinzione, nell’interesse delle famiglie in difficoltà e della città tutta».