Roma. Proseguono i lavori della Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983). Ieri è stato nuovamente sentito – dopo l’audizione dello scorso luglio – Giuseppe Calì, il barista che, all’epoca dei fatti, lavorava nel bar dei genitori di Sonia De Vito, la migliore amica di Mirella Gregori, sito in via Nomentana.
“Le ho pure prestato la maglietta”
Il giorno della scomparsa, Mirella si era recata proprio presso il locale e lì si era trattenuta a parlare con la sua amica per circa un quarto d’ora. Poi, si era allontanata e di lei si erano perse le tracce.
Nel corso della seconda audizione si è cercato di definire con maggior precisione l’orario in cui le due amiche si sono lasciate e sono emersi ulteriori dettagli, potenzialmente utili ai fini dell’indagine.
“Prima di sparire sono entrate nel bagno del bar. Quando sono uscite Mirella indossava la maglietta dell’amica Sonia”, ha dichiarato Calì dinanzi all’organismo presieduto dal senatore Andrea De Priamo.
Secondo Calì, “Sonia e Mirella dovevano uscire insieme quel pomeriggio per andare con qualcuno.” “Mirella era uscita dal bagno truccata”, ha aggiunto, a quanto riportato dal Mattino, “voleva essere carina.” Il padre di Sonia avrebbe però chiesto alla figlia di rimanere in servizio al bar, suscitando il disappunto della giovane. “Mi ricordo”, ha aggiunto Calì, “che la sera stessa del giorno in cui Mirella è sparita, quando avevo chiesto informazioni a Sonia, lei mi aveva risposto: ‘Le ho pure prestato la maglietta’.”
Si è poi nuovamente menzionata la circostanza dell’arrivo al bar di Fabio De Rosa, all’epoca fidanzato e oggi marito di Sonia. “Lui è arrivato al bar sulla Nomentana, più o meno alle 3, 3 e qualcosa e Mirella era appena andata via, penso non si siano incontrati”, ha ricordato Calì.
De Pedis e Fassoni Accetti?
Si è parlato inoltre della clientela del bar. La notte “veniva chiunque. Ricordo che alcuni poliziotti suggerirono di procurarsi il porto d’armi al padre di Sonia, per ragioni di sicurezza. Io ho preferito non prenderlo”, aveva riferito Calì nel corso della prima audizione dinanzi alla Commissione. Sembra che nel colloquio di ieri abbia fornito ulteriori particolari anche in tal senso. E che, a suo dire, tra i clienti del locale vi fosse anche Enrico De Pedis, legato alla Banda della Magliana, secondo taluni coinvolto nella scomparsa di Emanuela Orlandi. “Non sapevo chi fosse”, ha dichiarato Calì, secondo Fanpage, “ma lo avevo notato perché si vestiva molto bene e aveva una bella macchina. Non sapevo di chi si trattasse.”
I componenti della Commissione hanno infine mostrato una fotografia a Calì e questi vi avrebbe riconosciuto un altro cliente del bar. “Sì, veniva nel locale”, ha affermato. La foto ritraeva Marco Fassoni Accetti, fotografo romano autoaccusatosi nel 2013 del sequestro Orlandi, il cui effettivo coinvolgimento nelle vicende suscita tutt’ora valutazioni contrastanti.
Riconoscimenti di persone viste all’epoca dei fatti e, più di recente, spesso menzionate e ritratte sui mass media. Ulteriori tasselli del quadro che la Commissione sta lentamente e sistematicamente componendo, nel faticoso, auspicato tentativo di giungere alla verità.