Roma. “Mirella era la purezza, mia madre la adorava perché diceva che era unica. Non so perché abbiate la convinzione che frequentasse persone sbagliate, Mirella era pulita.” È quanto dichiarato, nei giorni scorsi, dinanzi alla Commissione bicamerale di inchiesta chiamata appunto a indagare sulla scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983), da Cinzia Valenzi, ex compagna di classe della giovane e componente della comitiva di Centocelle, dalla stessa frequentata. Alla domanda se Mirella ambisse a cambiare vita – proposito che si sarebbe potuto tramutare in una fuga da casa – la donna, oggi 57enne, ha affermato: “No, assolutamente no, non aveva queste idee in testa.”
Nelle dichiarazioni rilasciate all’organismo presieduto da Andrea De Priamo, e riportate dal Correre della Sera e da News Mondo, Cinzia Valenzi ha poi fatto riferimento ad alcune delle conoscenze della sua amica, già menzionate per varie ragioni negli atti d’inchiesta. Sappiamo che, a ridosso della scomparsa, Mirella aveva riferito alla madre che un certo Alessandro l’aveva chiamata al citofono inviandola a scendere per incontrarlo. “Ricordo il nome” ha detto Valenzi, “ma non che Mirella avesse per lui un sentimento maggiore dell’amicizia, altrimenti non si sarebbe fidanzata con Massimo, a Centocelle.”
A proposito di Sonia De Vito, l’amica di Mirella i cui genitori gestivano un bar sotto casa della ragazza, con la quale la giovane ha trascorso circa un quarto d’ora prima di scomparire: “Non posso dire un granché perché non ricordo neanche il volto, ricordo bene il nome perché Mirella la nominava; non avevo una grande considerazione né del padre né di lei, però come era Sonia non posso dirlo perché non la conoscevo se non di vista.”
“Non mi piaceva quell’ambiente, senza accusare nessuno”, ha proseguito la donna, parlando in proposito di una “sensazione a pelle”.
Per Valenzi, inoltre, “Mirella o la sorella, non so dire chi delle due, faceva lavoretti per la Avon”, la casa di cosmetici menzionata da Emanuela Orlandi in una telefonata alla sorella effettuata prima di scomparire, il pomeriggio del 22 giugno 1985. Il che, ovviamente, non può che ulteriormente richiamare, in termini di scenario di indagine, la possibilità di una diretta correlazione tra le due vicende. Ad avviso della Valenzi, cui i Commissari hanno chiesto un’opinione in proposito, “Qualcosa che li univa [i due casi, ndr] c’è stata, però da qui a dire cosa non lo so. Per la mia opinione i due casi hanno una matrice comune: era troppo vicino il tempo, le età, i tipi.”
Circa una possibile connessione tra Mirella Gregori e il Vaticano? “Ci fu una gita scolastica in visita al Papa, io non ci andai. Dato che hanno sempre detto che Emanuela Orlandi era la figlia di un dipendente del Vaticano, ho pensato che magari Mirella potesse essere stata vista lì in quella visita, non lo so… l’unico legame con il Papa, con la situazione Vaticano, era quella.”
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E, in tema di possibile movente della scomparsa, “Tante volte mi sono chiesta cosa possa essere accaduto a Mirella e mi sono data tante risposte”, ha considerato la donna. Due le ipotesi da lei formulate. La prima, “una sorta di pizzo chiesto al padre per il bar e magari il padre si è rifiutato”, scatenando “la vendetta” di una qualche organizzazione criminale, tramite il sequestro della figlia. Seconda ipotesi: “Ho pensato alla tratta delle bianche, perché all’epoca c’era questo discorso in giro.”
Un rapimento premeditato, comunque? “Secondo me il rapimento di Mirella è stato premeditato, non improvvisato, e penso che siamo state seguite anche noi amiche, po’ tutte”, ha concluso Cinzia Valenzi, riferendo di aver provato, in una circostanza, proprio all’epoca, la “sensazione” di essere pedinata. “Era una giornata di inverno e pioveva, mi sono sentita seguita, tanto che mi sono rifugiata in un negozio e ho chiesto di chiamare mio padre.”