Firenze. “L’impegno è stato mostruoso anche e forse soprattutto nella documentazione: 10.000 pagine di atti consultati tra cui 3.500 verbali e rapporti di Polizia Giudiziaria, oltre 400 di sentenze, 1.200 di perizie medico legali e 400 di polizia scientifica. Un’opera di ricostruzione che non è stata fatta neanche dai giornalisti più esperti, spesso all’inseguimento di teorie suggestive, e di certo non da chi ha indagato, spesso vittima di tecniche obsolete e di pregiudizi. ‘Un approccio documentaristico, ma con gli strumenti del cinema di finzione, per molte scene del crimine non c’è mai stata una ricostruzione fedele come la nostra.’”[1]
L’estratto di un articolo pubblicato il 29 gennaio scorso sulla rivista on line The Hollywood Reporter Roma. Un pezzo che riporta una lunga intervista a Stefano Sollima, regista della serie Netflix Il Mostro, dedicata ai delitti dell’omicida seriale che ha insanguinato le campagne toscane negli anni Settanta e Ottanta, la cui pubblicazione sulla piattaforma streaming è prevista per l’autunno 2025. E di cui recentemente è stato diffuso su Internet il primo trailer. Con riferimento al nuovo corso dell’indagine sui delitti del Mostro di Firenze, la serie in questione, in quattro puntate, giunge in un frangente particolarmente significativo e complesso.
Da più di due anni, i legali dei familiari di alcune delle vittime, a ciò autorizzati dal Gip di Firenze, hanno ripetutamente richiesto di acquisire copia di atti dell’indagine sui delitti, senza riscontro positivo. I documenti in questione, non confluiti nel dibattimento dei processi a Pietro Pacciani e ai cosiddetti “compagni di merende” (il primo assolto in secondo grado e deceduto prima che si celebrasse il giudizio di rinvio in seguito all’annullamento della sentenza di appello; i secondi condannati in via definitiva solo per alcuni dei delitti del Mostro), danno conto anche di scenari investigativi alternativi, che potrebbe risultare utile ripercorrere per verificarne l’eventuale fondatezza. Tra questi, la pista – cui si è dato di recente molto risalto mediatico – dell’uomo misterioso cui i Carabinieri avevano dedicato un dossier negli anni Ottanta e che, per qualche ragione, non era confluito nella lista dei sospettati della Squadra Anti Mostro.
Recentemente, proprio per sollecitare approfondimenti relativi a tale scenario, l’avvocato Alessio Tranfa del Foro di Roma, già legale di una delle vittime, con il supporto del documentarista Paolo Cochi in qualità di consulente tecnico, ha richiesto l’apertura delle indagini. Il nipote di Mario Vanni, uno dei “compagni di merende” condannati in via definitiva ha inoltre avviato azione di revisione della condanna inflitta allo zio.
E ora giunge l’annuncio della prossima diffusione su Netflix de Il Mostro. Il fatto che gli autori della serie abbiano potuto accedere alla documentazione dell’inchiesta non ha mancato di suscitare, nei giorni scorsi, più di una reazione polemica. Ne hanno dato conto vari quotidiani on line, tra cui Ok Mugello![2] e Eco Vicentino[3]. Parimenti, valutazioni critiche sono riportate nella sezione “post” del canale YouTube “mostrodifirenze”[4]
È certamente opportuno che una serie televisiva tesa a ricostruire in modo approfondito e dettagliato una vicenda criminale si basi appunto sulla relativa documentazione investigativa, giudiziaria e giornalistica. Il regista Sollima, nelle già richiamate dichiarazioni rilasciate a The Hollywood Reporter è ben consapevole della gravosità dell’impegno assunto e delle sue implicazioni, non solo artistiche: “in questa serie c’è un altro modo di guardare le oscurità dell’animo dell’uomo”, considera, “per una volta parto da una storia vera e quindi dovendole una particolare attenzione, cura e rispetto. E pudore e rigore, lasciamelo dire, li dobbiamo alle vittime.”
Al di là delle produzioni televisive, pure di pregio, l’auspicio è che chi custodisce la documentazione dell’indagine non ancora condivisa ritenga di consentirne finalmente l’esame a chi da tempo affianca e tutela le famiglie delle vittime del Mostro di Firenze, nell’affannosa e angosciosa ricerca della verità. E’ possibile che gli scenari di indagine in essa contenuti si rivelino infondati ma, come detto, riteniamo sia necessario percorrerli, proprio per accertarne l’eventuale, effettiva consistenza.
[1] https://www.hollywoodreporter.it/celebrities/il-mostro-serie-netflix-intervista-regista-intervista-visita-sul-set-esclusiva/91523/ (consultato il 4 febbraio 2025).
[2] https://www.okmugello.it/articolo/mostro-di-firenze-scontro-sullaccesso-agli-atti-negato-ai-familiari-concesso-per-una-serie-tv_91883(consultato il 4 febbraio 2025).
[3] https://www.ecovicentino.it/cronaca-italia/mostro-di-firenze-familiari-delle-vittime-furiosi-accesso-agli-atti-negato-a-noi-e-concesso-ai-produttori-di-una-serie-tv/ (consultato il 4 febbraio 2025).
[4] https://www.youtube.com/@mostrodifirenzepaolocochi/community (consultato il 4 febbraio 2025).