Pescara. La città di Pescara ha una peculiarità di cui la politica non tiene conto in modo adeguato:
la Riserva Naturale Regionale “Pineta Dannunziana”, istituita 25 anni fa con la Legge Regionale n. 96 del 2000.
Siamo venuti a sapere che la riprogettazione delle aree percorse dall’incendio – ricordiamo che, per questo motivo, è scomparso completamente tutto il comparto 5 a “tutela integrale” – sta avvenendo senza alcuna partecipazione scientifica, non essendo stato riconfermato il gruppo di esperti, come più volte annunciato.
Inoltre, non è stato ancora istituito un organo, un ente o una consulta, che dir si voglia, per la Riserva. Si tratta di organi consultivi di tipo scientifico, indispensabili per la gestione adeguata di un’area protetta, dove le relazioni ecosistemiche sono complesse e ben note agli esperti della materia.
Viceversa, in audizione presso la commissione consiliare, l’ing. Rossi del Comune di Pescara, che segue i lavori in corso di accorpamento dei settori della Riserva, ha dichiarato che, senza ombra di dubbio, l’ufficio verde del Comune ha espertipiù che sufficienti per gestire questa delicata rinaturalizzazione di strade e svincoli.
Ovviamente, il riconoscimento del lavoro degli uffici non è in dubbio, ma la competenza specifica prescinde da qualsiasi giudizio di merito. Per dirla in altri termini: se abbiamo un ginocchio rotto, non andiamo dal medico generico, né dal cardiologo, ma ci facciamo visitare da un ortopedico.
Siamo molto preoccupati per l’approssimazione con cui si opera nella Riserva, che presenta problemi serissimi e complessi e richiede un approccio adeguato, a volte di difficile soluzione.
Con queste modalità di azione, rischiamo di perdere in modo irreversibile questo rarissimo ambiente, di cui i cittadini di Pescara sono custodi e responsabili.