Avezzano. “Adottiamo il Museo Paludi di Celano”: è l’appello alle istituzioni degli studenti delle terze sezioni E e F della scuola secondaria di primo grado Mazzini Fermi, che hanno accolto genitori e allievi provenienti da tutte le scuole di Avezzano, durante l’open day organizzato per mostrare le tante attività svolte a scuola in questi mesi.
Attività che hanno coinvolto lavori creativi, laboratori di arte, di musica, di sport, di scienze, di matematica e di storia.
Perché negli anni la scuola è cambiata e pian piano si avvicina sempre di più al mondo che è fuori le porte della struttura. E così gli studenti hanno anche la possibilità di calarsi nelle problematiche quotidiane in cui a volte rimangono invischiate politica, istituzioni, burocrazia.
E così, con tra le dita tante matite colorate, in cui hanno scritto il loro “grido” di protesta, qualche decina di studenti, ha raccontato al folto pubblico incuriosito dalle esposizioni, di come il Museo Paludi di Celano, unico nel suo genere, ampio fino a 5mila metri quadrati, da anni rimane chiuso al pubblico. Nonostante i continui appelli che arrivano dalla popolazione e da tutti gli esponenti di alcune attività ricettive o che in generale fanno parte dell’indotto turistico.
Gli studenti hanno illustrato il certosino lavoro fatto nelle ultime settimane, per ricostruire la storia dell’ampio museo, che oggi versa in un totale stato di abbandono.
I ragazzi, guidati da due coraggiose e appassionate insegnanti, Anna Addari e Maria Pia Fina, hanno raccolto foto e video di come era il museo della Preistoria, che insiste sul territorio del comune di Celano, chiuso ormai da diversi anni.
Si tratta di una struttura polifunzionale, nata nell’area archeologica Le Paludi, che comprende degli spazi espositivi per mostre, laboratori di restauro e di antropologia, una sala conferenze e dei depositi antisismici.
La collezione che era custodita all’interno spaziava dall’età del Bronzo fino all’epoca romana e illustrava la storia della Marsica a partire dai primi villaggi palafitticoli. Gli scavi archeologici a Le Paludi, realizzati dal 1985 al 1998, portarono alla luce un insediamento del terzo millennio a.C., sulle rive dell’antico lago del Fucino.
Così il Museo, che ha preso il nome di Muse’, grazie anche a uno studio di comunicazione e marketing che all’epoca dell’apertura lo lanciarono in gran stile nei canali del turismo culturale abruzzese, per anni è riuscito a mostrare al pubblico pagine di storia irripetibili.
Dal dicembre 2014 il Ministero della cultura lo ha gestito tramite il Polo museale dell’Abruzzo, poi diventato nel dicembre 2019, Direzione regionale Musei. I giovani della Mazzini – Fermi a tal proposito hanno anche intervistato la direttrice cui oggi fa capo la struttura, la dottoressa Marina Nuovo, direttrice del Castello di Celano.
Chissà se la determinazione di questi motivati e intelligenti ragazzi riuscirà a smuovere le coscienze di chi detiene le chiavi di quel museo che da lontano contempla Celano e di cui si sente parlare solo nelle pompose campagne elettorali e che rischia di diventare un fantasma, che ora cammina insieme ai tanti che ancora si muovono sulle sponde di quello che un tempo fu un glorioso lago.