L’Aquila. Il presidente onorario dell’associazione culturale “Ambasciatori della Fame”, Geremia Mancini, scopre un altro illustre emigrato abruzzese che ha fatto molto parlare di se’ in Argentina e che per le sue opere stupi’ anche Evita Peron. L’ex segretario generale dell’Ugl si riferisce a Gaspare Spadafora, il pittore detto “Cinco Pinceles”, nato a Pratola Peligna (L’Aquila) il primo giugno 1876 da Antonio, muratore, e Maria Santilli. Da piccolo stette molto male con febbre altissima (probabile ebbe il tifo) e per lui si temette il peggio. La cattolicissima madre, oramai disperata, rivolse le sue preghiere ad una Madonna del luogo perche’ salvasse il suo bambino. Una mattina, improvvisamente, la febbre spari’ e il piccolo Gaspare sembro’ rinascere per la seconda volta. Crescendo il bambino, facendo proprio i racconti materni, sembro’ ogni giorno piu’ attratto dalle immagini religiose ed inizio’ lui stesso a disegnarle. Il padre, bravo muratore, inizio’ a portarlo con lui per insegnargli il mestiere ma Gaspare era decisamente piu’ portato per la pittura. Secondo quanto ricostruito dalle ricerche condotte da Geremia Mancini, un insegnante del luogo fu il primo ad intuire le potenzialita’ del ragazzo e spinse il padre ad assecondare la passione di Gaspare. Ottenuti pastelli, tavolozze e pennelli il ragazzo inizio’ a disegnare e dipingere di tutto. Gli abitanti di Pratola Peligna furono i primi ad appassionarsi ai lavori di questo ragazzo e in numerose abitazioni iniziarono ad apparire i suoi “dipinti a muro” che spesso ritraevano immagini sacre. Con ogni probabilita’ il giovane Gaspare ebbe, recandosi a Roma, la straordinaria possibilita’ di entrare in contatto con Patini e Michetti. Di certo affino’ le sue capacita’ e anche nella capitale inizio’ a riscuotere un certo successo. Fino a quando nel 1908 non decise di lasciare l’Italia per l’Argentina. Qui lo attendeva un compaesano che gli offri’ di vivere, per qualche tempo, con lui nella citta’ di San Miguel de Tucuman. In questa bella citta’, definita “El Jardin de la Republica”, il giovane Gaspare all’inizio si adatto’ anche a lavori che poco avevano a fare con il suo vero talento. Poi un domenica mente era seduto su una panchina intento a disegnare gli si sedette accanto un sacerdote. Era il parroco di una Chiesa di quella citta’ che, notata la bellezza del disegno , chiese a Gaspare se la sentiva di dipingere per lui. Fu per il pittore abruzzese, che accetto’ la proposta, l’incontro che gli cambio’ la vita. Da quel momento in poi pote’ lasciare gli altri, poco remunerati, lavori per dedicarsi solo e soltanto alla pittura e alle decorazioni . In piu’ la domenica la dedicava a realizzare per privati cittadini ritratti e “murales” che venivano, anche questi, ben retribuiti. Intanto era nata la “leggenda” del pittore “delle Madonne” o anche vista la sua incredibile capacita’ di manovrare ad arte, mentre dipingeva, piu’ pennelli quella di “Cinco Pinceles”. La sua capacita’ – rivela Mancini – si manifesto’ con opere che ancora oggi fanno bella mostra in musei e chiese di San Miguel de Tucuman ma anche di Buenos Aires , dove visse per qualche anno, o in altre citta’ dove fu chiamato per dipingere affreschi. Tra questi spiccano per importanza: Il dipinto della “Immacolata concezione” nella chiesa di san Pedro a Tucuman, l’affresco nella Cappella del Colleguio Salesiano “Tullio Garci’a Fernandez” sempre a Tucuman, il dipinto “San Antonio Maria Claret” e il “Corazon de Maria”. Nel 1948 Evita Peron, in visita nella Provincia di Tucuman con il marito Juan Peron, ebbe l’occasione di vedere, rimanendone colpita, uno dei suoi dipinti e volle conoscere e stringere la mano al pittore “delle Madonne”. Intanto Gaspar (era oramai sparita dal suo nome la e finale) era divenuto anche un abile critico d’arte e scriveva, per questo, apprezzati articoli per giornali e riviste. Gaspar Spadafora mori’ nel 1955.