Sulmona. Non si è fatta attendere la risposta alla richiesta, avanzata ai parlamentari italiani dal vicesegretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Mauro Nardella, di farsi carico delle durissime condizioni nel quale versa il mondo carcerario abruzzese in generale e quello di Sulmona in particolare.
A raccogliere l’invito sono stati il senatore Michele Fina e la senatrice del M5S Gabriella Di Girolamo la quale, dopo le ripetute denunce avanzate a mezzo stampa dal SPP, hanno inoltrato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Nordio enunciando tutti i punti risaltati da Nardella nel tempo e cioè:
del perché da Sulmona non vengono trasferiti i detenuti riottosi mentre da altri istituti e per molto meno sì;
del perché poi non viene costituita una unità cinofila per respingere il fenomeno droga;
il motivo per il quale non viene implementato un sistema tecnologico del tipo jammer in grado di mettere fuori uso telefoni e droni.
A questi importantissimi tre punti si aggiungono ovviamente i problemi legati al sovraffollamento carcerario che consta di 130 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare e di 60 poliziotti in meno rispetto a quelli necessitanti per garantire, così come sarebbe normale e necessario fare, ordine, sicurezza e trattamento Penitenziario.
Il sindacalista Nardella, al quale gli fanno eco tutti i poliziotti penitenziari di Sulmona, si dice molto grato per l’attenzione prestata alla causa dai due senatori.
“Non ci resta che attendere con ansia una risposta da parte del guardasigilli -afferma Nardella-. Non ci si puo’ sottrarre dinanzi a precise responsabilità anche perché va posto un freno alle tante aggressioni e conseguenti violenze fisiche e morali subite dagli operatori penitenziari”.
Intanto i sindacati di Sulmona scaldano i motori per un possibile sit in di protesta, da tenersi nei prossimi tempi, qualora l’amministrazione non metta moto nell’immediato quanto meno al trasferimento dei detenuti ritenuti più facinorosi che, al pari di quelli trasferiti da altri istituti, si sarebbero macchiati di gravi sanzioni disciplinari.