Sulmona. Mi chiedo cosa si stia aspettando. Il carcere di Sulmona è al collasso, nonostante gli sforzi degli agenti della Polizia penitenziaria, chiamati a fare l’impossibile per gestire una situazione pericolosa e ormai senza freni. È proprio grazie al lavoro di queste persone che finora è stato possibile scongiurare il peggio, ma fino a quando riusciranno a resistere senza gli interventi richiesti?
Manca personale, nel carcere circolano droga e telefonini, e gli agenti vengono aggrediti in continuazione. I detenuti più facinorosi, spesso al centro di vere e proprie colluttazioni con le guardie carcerarie, non vengono trasferiti, come disposto da apposita ordinanza del Dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria.
Non si vuole creare un caso Sulmona; esiste già, e a farne le spese sono gli agenti, chiamati a fronteggiare con mezzi e risorse inadeguate una situazione assurda.
Per questo motivo ho nuovamente chiesto al Ministro della Giustizia di intervenire in maniera incisiva e concreta. In che modo? Assicurando più unità di personale di Polizia penitenziaria, inviando le unità cinofile per contrastare la circolazione di droga e utilizzando jammer (disturbatori elettronici delle frequenze) per impedire l’uso dei telefonini con cui i detenuti comunicano tra di loro e con l’esterno. Mi chiedo cosa stiano aspettando il Ministro e i sottosegretari competenti. Il carcere di Sulmona sta per esplodere, ma sembra che a loro non interessi. Così, in una nota, la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo.