Ortona. Passa anche attraverso il vino delle cantine abruzzesi del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo la costruzione di un centro diurno e residenziale per persone affette da disabilità anche gravissime. A costruirla sarà l’associazione Orizzonte di Francavilla al Mare (Chieti) fondata esattamente 32 anni fa, il 12 novembre 1992, da Michelina Mattoscio, mamma di Amedeo un ragazzo affetto da autismo, oggi 40enne.
L’organizzazione nata con la missione di offrire un supposto a tutte le persone con disabilità o alle famiglie con figli diversamente abili e che oggi accoglie 70 ragazzi, organizzando laboratori, attività sportive e teatrali tutti i giorni, ha scelto di andare oltre e ha avviato un progetto di costruzione di un centro diurno per 100 ospiti e residenziale per 21 persone.
“Con tanti sacrifici”, spiega la presidente dell’associazioneMattoscio “quest’anno siamo riusciti ad acquistare una struttura a Miglianico e il progetto sta prendendo forma. Da quando abbiamo iniziato, molti ragazzi che assistevamo sono diventati uomini e i loro genitori hanno una certa età. Questo progetto è un’idea che desidera offrire una possibilità di vita comunitaria a tutti quei ragazzi che non avranno più i loro genitori, ma hanno nel tempo costruito delle relazioni significative all’interno del nostro centro”.
La conclusione della costruzione avverrà entro il 2025, e per realizzare la residenza l’associazione ha acceso un mutuo da 400 mila euro. Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, con il progetto “Un Cin Cin solidale – Brindiamo oggi per essere sereni domani”,ha voluto dare il suo contributo e per farlo ha chiamato a raccolta le aziende vinicole regionali chiedendo di donare alcune bottiglie di vino. Il ricavato della vendita da parte dell’associazione Orizzonte verrà destinato al progetto.
“Il Consorzio ha raccolto prontamente l’iniziativa dell’associazione Orizzonte convinti” ha commentato il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi “che essere parte di un territorio per un imprenditore significhi anche sentirsi attivi nella costruzione del senso di comunità e dare un contributo, anche piccolo, ad un progetto come quello che sta portando avanti l’associazione rientra proprio in questa direzione”.
“Il futuro della struttura dipende anche da tutta la comunità”, prosegue Mattoscio. “Più donazioni avremo e più andremo veloci con la sua costruzione. La disabilità spesso viene vista come un problema che riguarda pochi, mentre in realtà coinvolge sempre più persone. Creare strutture dove si può socializzare, è un investimento nel domani di tutti. Centri di questo genere e cioè anche residenziali non esistono, quindi diventa ancora più importante”.