Pescara. La consigliera comunale Simona Barba (AVS – Radici in Comune) ha esposto in Consiglio le sue perplessità in merito agli affidi diretti e alle consulenze. Nel suo intervento, ha dichiarato:
“Sulla questione degli affidi diretti e delle consulenze affrontata dalla dott.ssa Monaco, si è molto dibattuto in questi mesi nelle commissioni consiliari, poiché è emerso chiaramente l’utilizzo frequente dell’urgenza per giustificare gli affidi diretti, e il mancato rispetto del principio di rotazione. Tale principio, infatti, non viene applicato a livello dell’intero Ente Comunale, ma solo in maniera parziale nei singoli settori.
Oltre al principio di rotazione, sarebbe sempre necessaria una politica di trasparenza cristallina verso la cittadinanza, che, purtroppo, non viene sempre rispettata. Mi riferisco, ad esempio, al caso dell’arch. Lepore, che ho portato in Consiglio Comunale il 27 agosto.
La separazione tra politica e parte tecnica è un pilastro dell’organizzazione amministrativa: alla politica spetta il compito di indirizzo di governo, che deve essere nettamente distinto dalla fase di progettazione e realizzazione. Eppure, l’arch. Lepore, pur essendo il coordinatore politico della lista del Sindaco e, quindi, in stretta collaborazione politica con lui, ricopre anche il ruolo di consulente tecnico su ambiti rilevanti per la progettazione della città. Ciò rende il confine tra indirizzo politico e realizzazione tecnica labile e vago, anziché chiaro e distinto, come dovrebbe essere.
È opportuno continuare in questa direzione?
Inoltre, in risposta all’increscioso episodio dei commenti veementi rivolti dal consulente ai manifestanti durante il sit-in del 6 agosto, indetto contro il progetto del palazzo della regione e la sistemazione dell’area Risulta, il Sindaco ha dichiarato, nel Consiglio Comunale del 27 agosto, che sebbene il comportamento del consulente fosse da stigmatizzare, al momento dei fatti questi non ricopriva alcun incarico, lasciando intendere, in modo pilatesco, che l’episodio fosse ormai fuori dalla sua competenza. Eppure, appena tre giorni dopo, il 30 agosto, all’architetto è stato affidato un nuovo incarico di consulenza, nonostante avesse violato apertamente il codice di comportamento dei dipendenti comunali.
Questa vicenda è un esempio di come spesso la macchina pubblica sia condotta sul filo del tecnicismo, al limite del consentito, al limite della trasparenza e del rispetto delle norme.
È opportuno continuare in questo modo?
È la domanda che, da consigliera comunale in rappresentanza dei cittadini e delle cittadine, rivolgo a tutte le consigliere e i consiglieri di maggioranza, ricordando loro che l’etica nel governare deve essere di alto livello e non dovrebbe accontentarsi di cavilli utilizzabili dalla normativa.”