
L’Aquila. Ho avuto il privilegio di leggerlo qualche mese prima che uscisse nelle librerie e adesso, finalmente, ne pubblico una recensione. Che sia interessante si capisce già dalla prefazione, affidata a Loris Bicocchi, storico collaudatore e ingegnere delle migliori supercar della storia moderna, ma dopo averlo letto posso affermare con certezza che il romanzo d’esordio di Davide Cironi, giovane fenomeno del giornalismo automobilistico, è da leggere tutto d’un fiato!
La storia è affascinante e coinvolgente: Tonino, il protagonista, è uno che vive in garage con una brandina, un frigorifero e una Miura nera; per stare bene non ha bisogno d’altro, solo di correre con qualsiasi mezzo che abbia quattro ruote e un motore. La storia parte dagli anni 50 in Sicilia e arriva fino all’Emilia Romagna di qualche anno fa. Assieme al protagonista si rivivono i periodi d’oro dell’automobilismo italiano, passando in prima persona tra marchi storici e leggendari come Alfa Romeo, Lamborghini e Ferrari. Oltre alle vicende legate all’automobilismo e ai motori, viste rigorosamente dall’interno e da dietro le quinte, la trama intreccia più di un’avventura con il gentil sesso e con le responsabilità a cui la vita ci mette di fronte. Il tutto è accompagnato da una bellissima colonna sonora che fa da sfondo alla nostra lettura, con una sapiente selezione e descrizione di brani che hanno segnato quegli incredibili anni.
Man mano che andiamo avanti però, scopriamo che Tonino la pensa esattamente come il suo creatore. In ogni pagina del romanzo, infatti, è possibile ritrovare il Davide-pensiero: il tributo della vecchia meccanica, quella lontana dagli automatismi di oggi e lontanissima dai controlli elettronici di qualunque tipo; il piacere che i meccanici provavano quando le loro mani grondavano di grasso, olio e passione per i bolidi dei tempi d’oro. Le pagine trasudano cattiveria agonistica, ma smuove anche parecchie critiche a quello che oggi è diventato il mondo dei motori, sempre meno umano e sempre più controllato da sterili dispositivi elettronici che hanno fatto uscire di scena, in maniera definitiva, il romanticismo dal mondo delle corse. Le gare, le situazioni sentimentali del protagonista e ogni suo episodio di vita: ogni fatto narrato nel romanzo è intriso di quella passione da bordopista e ricerca del limite che oggi è sempre più difficile trovare.

E’ la lotta al pre-confezionato, al pronto all’uso, al non volersi sporcare le mani. Un’esaltazione del vivere al limite, in ogni senso, e del doversi spingere sempre un po’ più in là se si vuole davvero raggiungere un obiettivo.
Il futuro è solo nelle nostre mani, è questo il concetto che si ha in mente dopo la lettura del romanzo. Bisogna rischiare di continuo, mettersi in gioco ogni giorno, se si vuole realizzare il proprio sogno. Questo Davide l’ha già fatto, si è messo in gioco in prima persona e ha saputo creare un brand di successo come il “Drive experience”, il canale YouTube dove Davide pubblica le recensioni dei bolidi che guida. Anche qui lo fa con il suo solito talento: quello di riuscire a raccontare perfettamente a parole quello che succede tra valvole e pistoni. Esattamente come il protagonista del suo romanzo. Il pubblico apprezza la sua sincerità, il suo talento ed è per questo che il suo canale è riuscito a totalizzare numeri da capogiro che neanche affermate e storiche riviste di settore riescono a raggiungere.
Ecco perché, secondo me, anche “I diari della Miura nera” non potrà che essere un successo. In bocca al lupo!