L’Aquila. Dopo l’alta adesione da parte dei lavoratori e delle lavoratrici di DANTE LABS allo sciopero indetto dalla CGIL della Provincia dell’Aquila in data 8 ottobre u.s., avevamo prontamente inviato agli assessori di competenza, Tiziana Magnacca e Roberto Santangelo, la richiesta di attivazione di un tavolo di confronto in sede istituzionale. Richiesta alla quale, a poche ore dall’inoltro, veniva fornito un positivo riscontro. Ed infatti, nella giornata di ieri, 22 ottobre u.s., presso l’Assessorato alle Attività Produttive, Lavoro e Ricerca Industriale, si è tenuto il tavolo di confronto di cui sopra.
Ebbene, la scrivente O.S., in quella sede, ha insistito per la revoca della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società, la revoca di una serie di ulteriori licenziamenti individuali comminati a ridosso della predetta procedura e per il pagamento delle retribuzioni arretrate ai lavoratori e alle lavoratrici di DANTE LABS. Al contempo, abbiamo reiterato le richieste dirette a valutare valide e concrete alternative finalizzate alla salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali, della professionalità dei lavoratori e delle lavoratrici di DANTE LABS e, per l’effetto, dell’intero territorio aquilano. Giova, infatti, ricordare che parliamo di giovani lavoratori e lavoratrici dotati di comprovate competenze, difficilmente ricollocabili sul territorio, che, quindi, privati di garanzie occupazionali e di una adeguata prospettiva professionale, potrebbero essere costretti a cercare altrove condizioni di vita migliori, con conseguente impoverimento di un tessuto socioeconomico già fragile.
Abbiamo, pertanto, ribadito la necessità di valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali a sostegno del reddito, partendo dalla reale situazione economica e finanziaria della DANTE LABS S.R.L. e, quindi, dell’elaborazione e della condivisione, da parte della società, di un piano industriale di rilancio dell’attività d’impresa. E ciò anche in considerazione del fatto che DANTE LABS, per il 17% circa, è di proprietà della Fi.R.A. S.p.A. Unipersonale, e cioè della società in house della Regione Abruzzo, a totale capitale pubblico, che rappresenta lo strumento di attuazione della programmazione economica regionale e che concorre allo sviluppo e al riequilibrio socio-economico e territoriale dell’Abruzzo, per il raggiungimento della piena occupazione sul territorio e per la valorizzazione di tutte le risorse imprenditoriali regionali.
L’Assessorato, dal canto suo, condividendo quanto riportato dalla scrivente O.S., ha chiesto al rappresentante dell’impresa, Andrea Riposati, di utilizzare strumenti alternativi al licenziamento collettivo e individuale, invitando, quindi, l’azienda ad adottare soluzioni utili al mantenimento dei livelli occupazionali e salariali, quali il ricorso agli ammortizzatori sociali e al Fondo Interprofessionale che la Regione Abruzzo, tramite avviso pubblico, ha recentemente messo a disposizione delle aziende per incrementare, in una situazione di crisi, l’accesso a percorsi formativi ad hoc del personale in forza con la riduzione e/o l’azzeramento dei costi aziendali, favorendo il mantenimento e la qualificazione delle competenze dei lavoratori e delle lavoratrici nei periodi di calo e/o di riduzione dell’attività d’impresa, a beneficio, in prospettiva, della crescita e della competitività delle stesse aziende e, quindi, del sistema Paese.
Le istituzioni hanno, infine, raccomandato all’azienda, con il fine di scongiurare la desertificazione delle aree interne, di ricorrere al licenziamento solo ed esclusivamente come extrema ratio, su base consensuale e non oppositiva.
Ebbene, l’azienda, di contro, non ha effettivamente fornito alcun riscontro immediato rispetto a quanto richiesto, esposto ed evidenziato dalla scrivente O.S. prima, e dall’Assessorato poi, al tavolo istituzionale, rinviando ad altri tavoli in sede sindacale tutte le eventuali valutazioni del caso.
Rimaniamo, pertanto, in attesa di una presa di posizione concreta e valida da parte dell’azienda, che miri al mantenimento e alla salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali per i lavoratori e le lavoratrici di DANTE LABS, che, ribadiamo, costituiscono un capitale umano e professionale che ha contribuito, nel tempo, a valorizzare e a diffondere l’idea dell’Aquila come “Città della Conoscenza”. Lavoratori e lavoratrici che, nonostante abbiano sempre creduto nel progetto DANTE LABS e nell’effetto positivo di questa realtà imprenditoriale sul territorio, incolpevolmente vivono, ad oggi, insieme alle loro famiglie, un grave disagio, pur avendo continuato a lavorare garantendo la continuità aziendale e che, pertanto, devono essere tutelati con tutti gli strumenti a disposizione.
Non è più tempo di rinvii. Chiediamo risposte concrete da parte di DANTE LABS a garanzia del diritto al lavoro e al salario dei lavoratori e delle lavoratrici.