Il concetto di margine indagato attraverso la fotografia in un laboratorio che si terrà a Scanno (L’Aquila), il paesino di montagna che fu meta di alcuni dei grandi fotografi nel Novecento, da Hilde Lotz-Bauer a Henri Cartier-Bresson a Mario Giacomelli.
Si tratta di ‘Sguardi dal margine. Dalla ricerca alla visione’, un workshop di tre giorni organizzato dal Maxxi L’Aquila, da venerdì 11 a domenica 13 ottobre, a cura di Claudia Pajewski. Preso in prestito dalla scrittrice statunitense Bell Hooks, il concetto di margine “nel nostro progetto fotografico inizialmente era collegato alle aree interne e a questo senso di remoto che trasmettono gli scatti di Scanno del secolo scorso, ma poi – racconta Pajewski all’ANSA – quando sei di persona a Scanno, viene da mettere in discussione che cosa è centro e che cosa è margine: viene fuori un esercizio di spostare questa linea. Viste dal capoluogo, le aree interne sono margine, da Scanno il margine è magari la sua frazione, Frattura”.
Un territorio, quello della Valle del Sagittario, “bellissimo – aggiunge – che ha una storia affascinante, delle tradizioni incredibili, per cui, anche a ragione, da lì solitamente si ripropone la stessa narrazione visiva. A me interessa lavorare, invece, su una narrazione che non riproduca un’estetica o un racconto già avvenuto. Andremo infatti a cercare delle storie nascoste, delle rappresentazioni più marginali che però danno un senso di completezza al territorio e che spesso restano tagliate fuori dalla narrazione ufficiale”. Al di là, quindi, del reportage da cartolina, “mi interessa venga fuori una riflessione interna: quello che offre questo paese a coloro che ci vivono e non tanto cosa offre a chi lo vive da turista”. Nata e cresciuta all’Aquila, Pajewski porta il cognome del nonno polacco che venne a Giulianova alla fine del secondo conflitto mondiale per combattere il nazi-fascismo. Ha iniziato a fotografare a 15 anni, a 19 ha studiato con la fotografa teramana Sebastiana Papa, ha lavorato per magazine di musica del gruppo Espresso, prima con reportage e fotogiornalismo per poi spaziare tra i generi più diversi, tra cui quello del ritratto. Ha pubblicato nel 2016 un libro fotografico sugli operai migranti impegnati nella ricostruzione dell’Aquila. “Come fotografa, venire a Scanno è una sfida enorme: tutta la fotografia migliore del Novecento è passata lì. La mia sfida è cercare di offrire qualcosa di diverso”.