Roma. Proseguono i lavori della Commissione bicamerale di inchiesta sulla scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (22 giugno 1983). L’organismo, presieduto da Andrea De Priamo, ha ascoltato oggi, 12 settembre, l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste la famiglia Gregori. L’audizione dell’avvocata Laura Sgrò, che difende gli Orlandi, pure in programma, è stata rinviata a data da definirsi.
Storie separate?
L’avvocato Gentile ha chiesto che la seduta fosse secretata. In una dichiarazione rilasciata un paio di giorni fa all’Ansa, il legale aveva preannunciato che, in Commissione, avrebbe suggerito di trattare separatamente i due casi di scomparsa. “Sono due storie separate”, ha dichiarato. “Quella di Mirella Gregori è una vicenda semplice, con una verità quasi a chilometro zero o comunque in un limitato dedalo di strade e vie, bar e parrocchie.” Il caso sarebbe stato invece a lungo rappresentato come “un forzato e sbiadito derivato” di quello della cittadina vaticana, di cui si sono perse le tracce poco più che un mese dopo.
Scenario, questo, da tempo sostenuto anche da Maria Antonietta Gregori, sorella della ragazza scomparsa.
“Non è da escludere”, ha ipotizzato Gentile, “che chi ha citofonato a casa Gregori, in quel caldo pomeriggio di primavera, non fosse la stessa persona che poi Mirella ha incontrato presumibilmente al monumento al Bersagliere, ed è per questo che, con ragionamento corredato da concreti dati di sostegno, chiederemo alla Commissione di scandagliare, per quanto ancora possibile, le amicizie e le relazioni di Mirella.”
I “due mondi di Mirella”
Secondo quanto riporta Leggo, un’amica della ragazza avrebbe infatti espressamente parlato, anche dinanzi alle Autorità, dei “due mondi di Mirella”: uno legato ai suoi coetanei, alla cerchia di amici nella quale si collocavano il fidanzatino di allora e i suoi compagni di scuola; l’altro, di cui avrebbero fatto parte soggetti più adulti, connesso alla frequentazione di Sonia De Vito, quasi coetanea di Mirella, ma con un fidanzato (e attuale marito) più grande. La De Vito è la figlia dei titolari del bar sotto casa dei Gregori e l’amica con cui, il giorno della scomparsa, Mirella ha parlato per circa quindici minuti proprio nel bagno del bar, prima di allontanarsi dal locale e scomparire per sempre.
La Commissione d’inchiesta ha già ascoltato Sonia De Vito e suo marito e, a quanto si legge su Fanpage, il loro ruolo nella vicenda continuerebbe a rivelare più di una zona d’ombra.
Documenti dell’epoca
Le dichiarazioni rilasciate dall’uomo nel corso della sua audizione risulterebbero “false, vaghe e contraddittorie con quello che aveva raccontato a suo tempo”, sempre secondo le parole di Fanpage. Il marito della De Vito ha sempre dichiarato di non essere mai stato interrogato sulla vicenda, se non dopo trenta anni, il che risulterebbe smentito da alcuni verbali. E, dalla documentazione dell’indagine dell’epoca, sarebbe emersa la dichiarazione di una compagna di classe di Mirella, secondo cui, poco prima della scomparsa, l’allora fidanzato della De Vito avrebbe indirizzato alla giovane avances alquanto esplicite e sarebbe stato respinto.
E lo stesso ha proposto a chi indaga una ulteriore, possibile pista da vagliare: “Potrebbe essere successo qualcosa nel condominio in cui viveva. Ma non mi sono mai spiegato come sia stato possibile non indagare anche lì.”
Un’ipotesi da percorrere
Insomma, con il proseguire dell’inchiesta l’ipotesi che vuole non correlate la scomparsa di Mirella e quella di Emanuela potrebbe acquisire sempre maggiore consistenza. Oltre che da Maria Antonietta Gregori e dall’avvocato Gentile, tale possibilità è stata prospettata, dinanzi alla Commissione, dal giornalista Gianni Sarrocco: “Non ho mai pensato che potesse esserci un legame tra le due scomparse, erano due realtà molto diverse”, ha dichiarato in sede di audizione. “Due fatti secondo me distinti anche negli ambienti della polizia e dei carabinieri non erano convinti che ci fosse un legame stretto.”