Chieti. Le polemiche sulla gestione dei laghetti della villa comunale di Chieti, rilanciate in questi giorni da una raccolta di firme online, rendono necessario un intervento volto a fornire informazioni corrette ai cittadini.
I due specchi d’acqua ospitano da sempre pesci rossi e qualche carpa giapponese (koi) cui si è aggiunto negli ultimi anni un numero costantemente in aumento di testuggini palustri esotiche illegalmente abbandonate da proprietari stanchi di allevarle in casa. Queste testuggini sono oggi al centro dell’attenzione perché, secondo chi protesta, “soffrirebbero” per la cattive condizioni del laghetto, le cui acque appaiono d’una colorazione verde e hanno perso trasparenza.
In verità la colorazione è dovuta a una proliferazione di alghe, normale nel periodo estivo, sicuramente accentuata dalla siccità e dal caldo anomalo che comporta una notevole evaporazione e forse dal lungo periodo nel quale non ha funzionato la pompa che muove l’acqua nei due invasi. Il laghetto della Pineta dannunziana, a Pescara, molto più ampio di quelli di Chieti e dove le pompe non hanno mai smesso di operare, si presenta del resto anch’esso in queste settimane con una colorazione verde. È infatti la situazione generale che appare grave in questi mesi, con fenomeni di mucillagine in mare e laghi drammaticamente al di sotto dei livelli abituali.
La presenza di schiuma, lamentata nelle proteste, è connessa invece al rinnovato movimento e alla presenza di alghe: un segnale verso una lenta normalizzazione e non di ulteriore danno. Il fatto poi che si sostenga, nel testo della raccolta firme, che le testuggini possano rischiare la vita per carenza di ossigeno nell’acqua è francamente sconcertante: si tratta di rettili che, ovviamente, respirano aria atmosferica, per cui l’eventuale anossia (comunque del tutto improbabile con la pompa in funzione) sarebbe per loro totalmente indifferente.
La gestione della Villa comunale ha tanti problemi, ormai da moltissimi anni, cioè da quando nell’organico dei dipendenti comunali non ci sono più giardinieri e si è costretti a rivolgersi a ditte esterne, ma sui laghetti si stanno creando polemiche ben oltre la reale portata della questione. In una situazione di grave carenza idrica del resto non è semplice attuare un rapido intervento risolutivo.
La presidente del WWF Chieti Pescara, che è anche vice coordinatore della Sezione Abruzzo e Molise della Societas Herpetologica Italica (SHI), Nicoletta Di Francesco, aveva ribadito queste cose nel corso di un confronto online con Comune e Carabinieri Forestali e poi anche durante la manifestazione pubblica organizzata nei pressi dei laghetti, cui era stata invitata in qualità di esperta. Informazioni che evidentemente non sono state sufficienti a spegnere le polemiche.
Resta il problema delle testuggini: quelle presenti nel laghetto sono in gran parte (non tutte) Trachemys scripta, considerata una delle cento specie invasive più dannose al mondo per gli effetti nefasti che può avere sulla fauna nostrana. La vendita è vietata già dal 2001 mentre dal gennaio 2018, col recepimento della normativa europea sulle specie esotiche, le Trachemys non possono più essere: “introdotte o fatte transitare nel territorio nazionale, detenute, allevate (neanche in confinamento), vendute o immesse sul mercato, utilizzate o cedute a titolo gratuito o scambiate, poste in condizione di riprodursi (anche in confinamento), rilasciate nell’ambiente”. Le testuggini sono dunque nel laghetto in un certo senso “abusivamente”, abbandonate da qualcuno. Un fenomeno che si perpetua nel tempo: già nel luglio 2019 carabinieri del servizio CITES insieme a esperti del WWF e della SHI censirono i rettili presenti nell’invaso (allora una cinquantina, oggi molti di più) e l’allora sindaco ne denunciò il possesso, involontario, al Ministero dell’Ambiente specificando l’intenzione di consegnarli ai centri di raccolta previsti dalla legge e che in Abruzzo si stanno proprio in questi mesi realizzando. Le testuggini “teatine” dovranno dunque necessariamente prima o poi essere affidate a uno di questi centri. La Regione (come tutte le altre italiane) ha infatti finanziato dal 2023 un’azione, in corso in tutto l’Abruzzo, per la rimozione e il confinamento delle Trachemys proprio per minimizzare i danni che possono arrecare all’ambiente. Ci si pensi, prima di acquistare testuggini poco più grandi di una moneta da due euro destinate a diventare animali di discreta taglia, difficili da gestire e molto longevi che non potranno mai essere abbandonati in natura. Va pure ricordato che, indipendentemente dal colore, i genitori dovrebbero impedire ai bambini di mettere le mani nell’acqua e/o di toccare le testuggini, perché si tratta di specie carnivore che possono mordere e perché possono essere portatrici sane di diverse malattie.