Manoppello. A sessantotto anni dal disastroso incendio della miniera di carbone di Bois du Cazier, nel Comune belga di Charleroi, la comunità di Manoppello si appresta a commemorare, domani, giovedì 8 agosto, le vittime di Marcinelle con una serie di iniziative.
In Belgio il sindaco Giorgio De Luca, con l’assessore Roberto Cavallo e la consigliera comunale Giuseppina Ilario, parteciperà alle celebrazioni promosse a Charleroi, nel sito delle ex miniere del Bois du Cazier, oggi centro studi e museo, cui prenderanno parte autorità italiane ed europee. Ospiti della direzione dell’ex sito minerario patrimonio Unesco, il primo cittadino e gli amministratori manoppellesi prenderanno parte all’inteso programma di commemorazione con la direttrice Colette Ista. Prevista anche l’esibizione di Lara Molino, cantautrice abruzzese ed autrice del singolo “8 agosto 1956” dedicato ai caduti di Marcinelle che proprio lo scorso anno aveva lanciato in anteprima il suo lavoro dalla piazza di Manoppello e girato il video del brano tra i vicoli e le piazze cittadine e le miniere della Maiella.
A Manoppello, sarà il vicesindaco Giulia De Lellis a presiedere la cerimonia di commemorazione dei 262 minatori morti a Marcinelle. Furono 136 gli italiani morti quell’8 agosto del 1956, tra loro 60 erano abruzzesi, 22 provenivano Manoppello per questo considerata “Città Martire”. Quello del Bois du Cazier fu il terzo incidente minerario per il numero di morti italiani, dopo quelli negli Stati Uniti del 1907 a Monongah e del 1913 a Dawson.
In concomitanza con la cerimonia che si svolgerà in Belgio; a Manoppello, alle ore 8.10, ricorderà le vittime della tragedia dell’8 agosto, in piazza Marcinelle, con la solenne cerimonia di commemorazione, la lettura dei nomi dei caduti abruzzesi e la deposizione della corona d’alloro al monumento che ricorda i minatori. Non mancheranno i momenti dedicati alla testimonianza con il coinvolgimento dei familiari dei minatori scomparsi in Belgio e della vedova Lucia Romasco, raccolti intorno all’associazione Marcinelle per non dimenticare presieduta da Davide Castellucci.
Successivamente, alle ore 9, è prevista la visita alla Cappella Vittime di Marcinelle ospitata nel cimitero comunale nei pressi della Basilica del Volto Santo, per l’omaggio floreale e un momento di preghiera.
Le celebrazioni della mattinata proseguiranno nei Comuni di Turrivalignani e Lettomanoppello e a Serramonacesca-Passo Lanciano con momenti di commemorazione e si concluderanno, in serata, in piazza Marcinelle (ore 21.30) con la proiezione del film “Marina” a cura dell’associazione Marcinelle per non dimenticare ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata, sullo sfondo della discriminazione degli emigrati italiani in Belgio negli anni Cinquanta.
Le celebrazioni in memoria dei minatori vittime del fuoco del Bois du Cazier, promosse dal Comune in collaborazione con il Centro studi Marcinelle, l’Oratorio San Nicola e la Pro Loco, si svolgeranno alla presenza dei rappresentanti dello Stato, delle autorità regionali e locali, dei sindaci dei comuni colpiti e di sindacati e associazioni.
Una delle più gravi tragedie minerarie della storia si verificò l’8 agosto 1956, nella miniera di carbone di Bois du Cazier (appena fuori la cittadina belga di Marcinelle) dove si sviluppò un incendio che causò una strage. 262 minatori morirono, per le ustioni, il fumo e i gas tossici. 136 erano italiani.
Erano le 8 e 10 dell’8 agosto 1956 quando le scintille causate dal corto circuito fecero incendiare 800 litri di olio in polvere e le strutture in legno del pozzo. L’incendio si estese alle gallerie superiori, mentre sotto, a 1.035 metri sottoterra, i minatori venivano soffocati dal fumo. Solo sette operai riuscirono a risalire. In totale si salvarono in 12. Il 22 agosto, dopo due settimane di ricerche, mentre una fumata nera e acre continuava a uscire dal pozzo sinistrato, uno dei soccorritori che tornava dalle viscere della miniera non poté che lanciare un grido di orrore: «Tutti cadaveri!».
In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.
La tragedia della miniera di carbone di Marcinelle è soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra.
Tra il 1946 e il 1956 più di 140mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia. Era il prezzo di un accordo tra Italia e Belgio che prevedeva un gigantesco baratto: l’Italia doveva inviare in Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio dell’afflusso di braccia, Bruxelles si impegnava a fornire a Roma 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore.
Il nostro Paese a quell’epoca soffriva ancora degli strascichi della guerra: 2 milioni di disoccupati e grandi zone ridotte in miseria. Nella parte francofona del Belgio, invece, la mancanza di manodopera nelle miniere di carbone frenava la produzione. Così si arrivò al durissimo accordo italo-belga.