Roma. Proseguono le audizioni dianzi alla Commissione bicamerale di inchiesta deputata a indagare sulla scomparsa di Mirella Gregori (7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi. Il primo agosto l’organismo presieduto da Andrea De Priamo ha ascoltato, tra gli altri, Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa Vaticana dal 2006 al 2016, il quale ha ribadito che la Santa Sede ha mantenuto, relativamente alla vicenda Orlandi, la massima trasparenza.
Attentato al Papa, Ior e Solidarność
“L’idea prevalente”, ha ricordato Padre Lombardi, “era che il sequestro di Emanuela fosse collegato in qualche modo con la situazione dell’attentato al Papa e di Alì Agca.”
“Sull’ipotesi di ricatti e sullo Ior e i finanziamenti a Solidarność”, ha aggiunto, “chiesi esplicitamente se c’era stato qualche elemento concreto e tutti mi dissero che su questo non c’era assolutamente niente.”
L’impegno personale del Papa
L’ex portavoce vaticano non ha poi mancato di rimarcare quanto Giovanni Paolo II avesse a cuore la sorte della ragazza. “Io insisto sull’impegno personale del Papa: è intervenuto otto volte in pubblico a favore di Emanuela ricordando la situazione, invitando a pregare, rivolgendosi a chi fosse responsabile. Dalla Chiesa ci fu sempre un atteggiamento coerente.”
La tomba di De Pedis
A proposito dell’apertura della tomba di Enrico De Pedis nella basilica di Sant’Apollinare, secondo Lombardi è stato necessario valutare chi fosse competente a procedere. A suo avviso era più opportuno che vi provvedesse la magistratura italiana: “Era più sicuro e oggettivo che chi era responsabile delle indagini conducesse anche la traslazione e l’esame.”
Un dossier su Emanuela?
In merito al presunto “dossier” vaticano su Emanuela, Lombardi ha specificato che, in realtà, si sarebbe trattato di un “appunto personale” rivolto alla segreteria di Benedetto XVI, e non certo un dossier con informazioni classificate. Tale appunto, ha spiegato, traeva origine da un incontro tra monsignor Georg Gaenswein, segretario di papa Ratzinger, e Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. Durante il colloquio, menzionando un libro che ricostruiva la storia di sua sorella, Pietro aveva palesato il desiderio di un riferimento da parte del Papa durante l’Angelus. In seguito a tale richiesta, Lombardi aveva appunto predisposto una nota nella quale esponeva le sue considerazioni in merito e suggeriva approcci per un maggiore approfondimento degli eventi correlati alla scomparsa della cittadina vaticana.
Collaborazione per giungere alla verità
“Io sono convinto che la sostanza dell’atteggiamento delle autorità vaticane e loro partecipazione alla vicenda è stata di collaborazione e desiderio di arrivare alla verità”, ha aggiunto. “Non ci sono occultamenti di elementi importanti: il fatto di continuare a dire che ‘se il Papa vuole dice la verità’ non lo considero attendibile e fondato.”
Ed ha rimarcato: “Io ritengo che non ci siano segreti conservati intenzionalmente, decisivi, da qualche parte.”
Padre Lombardi ha concluso l’audizione considerando che “il fatto che sia una cosa avvenuta in Vaticano contribuisce ad alimentare l’attenzione. Poi che sia un fatto molto drammatico è chiaro. Se non avessi voluto collaborare non sarei venuto qui due ore con voi.”
Messaggi in codice?
Sul fronte delle indagini giornalistiche è invece di questi giorni il “recupero” di una circostanza risalente a circa un anno fa: presso il cimitero del Verano, sulla stele di pietra in corrispondenza del Riquadro 19 assegnato alle famiglie Donati e Pace, qualcuno, ha vergato una parola e tre numeri: “Zoff”, sulla prima riga, e “15-1-91”. Sul retro, una “R”.
Tali scritte sono state tracciate con vernice verde. Del tutto simile, si legge sul Corriere della Sera, a quella contenuta in un vecchio barattolo ritrovato, circa due mesi fa, dietro l’Angelo scolpito da Giulio Monteverde, a pochi passi dalla stele di pietra deturpata dalle scritte.
I lettori probabilmente ricorderanno che, insieme al barattolo di vernice, vi erano la chiave di un’auto e una moneta da 500 lire che, sempre secondo il quotidiano di via Solferino, potrebbero costituire riferimenti in codice al rapimento di Emanuela Orlandi. Come, ovviamente, le scritte sopra riportate.
Ma queste ultime cosa potrebbero significare, esattamente? Il Corriere ritiene di poter proporre una possibile interpretazione dell’arcano. Il riferimento a Zoff, noto portiere della Juventus e della Nazionale italiana, potrebbe spiegarsi con la volontà di “indicare un custode, colui che vigila su qualcosa, ad esempio una certa tomba che potrebbe essere stata violata e usata come nascondiglio segreto.”
E la data? C’è una risposta anche per questo. La data del 15 gennaio 1991 indicherebbe il giorno in cui fu approvato dal governo italiano il decreto-legge 8/1991, poi convertito dal Parlamento, sulle “nuove misure in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione di coloro che collaborano con la giustizia.” Elemento, si sottolinea, da non sottovalutare, poiché, come suggerito dagli stessi inquirenti, tra cui il procuratore Giancarlo Capaldo, Emanuela Orlandi non è semplicemente scomparsa bensì sarebbe stata sequestrata.
Altro elemento posto in evidenza dal Corriere: sul lato destro del sepolcro delle famiglie Donati-Pace una lastra appare fuori posto: trattasi di una fessura provocata da agenti atmosferici o qualcuno sta forse suggerendo di controllare dentro la fossa? E che dire del cognome posto sul loculo? L’autore dell’articolo considera che ponendo l’accento sulla prima “o” si ottiene “Dònati pace”, ovvero, regalati requie, riposo.
Non abbiamo mai nascosto un certo sommesso scetticismo nei confronti di simili “letture” tra l’enigmistico e l’esoterico, di certo assai suggestive ma a nostro avviso idonee – in generale – a ricondurre, senza troppi riscontri, qualunque dato ed elemento alla medesima, preconcetta, sfuggente prospettiva interpretativa. Il che può rendere concreto il rischio di perdere il contatto con la realtà, che risulta invece imprescindibile in qualunque attività di indagine. Insomma, un approccio, per così dire, da maneggiare con cautela. In circostanze simili, torna alla mente il monito di Sherlock Holmes, sempre attuale: “E’ un errore gravissimo costruire teorie quando mancano elementi certi. Senza volerlo, si incomincia ad alterare i fatti in modo che si adattino alle teorie, invece di far sì che le teorie collimino con i fatti.”
Emanuela Orlandi, spuntano tre “oggetti misteriosi” al Verano: messaggi in codice o suggestioni?