Atessa. C’è allarme dei sindacati Fim, Fiom e Uilm sulla situazione del settore automotive e nella zona industriale di Val di Sangro. “Le nostre segreterie regionali – dicono i rispettivi segretari Amedeo Nanni, Alfredo Fegatelli e Nicola Manzi – esprimono profonda preoccupazione per la situazione critica che sta attraversando il settore automotive in Abruzzo e in Val di Sangro.
Gli stabilimenti operanti nel settore automobilistico stanno vivendo un periodo di incertezza a causa delle continue richieste di cassa integrazione da parte di Stellantis e dalla contrazione di mercato. Questa situazione rischia di avere ripercussioni devastanti sull’intera economia locale e sul tessuto sociale della regione”. Gli operai, le loro famiglie e le comunità, dichiarano i sindacalisti in una nota congiunta, “dipendono fortemente dall’attività di questi stabilimenti. La riduzione delle ore lavorative e l’incertezza occupazionale stanno creando un clima di forte instabilità e preoccupazione, al momento i nostri stabilimenti producono in Italia e spediscono i componenti in Polonia, nello stabilimento di Gliwice, il nostro timore è se la Polonia svilupperà strutture di forniture autonome, che una volta avviate ridurranno la domanda dei componenti forniti dalle aziende della Val di Sangro”.
Il settore metalmeccanico continua a rappresentare una parte cruciale del Pil e dell’export dell’Abruzzo. “Negli ultimi trent’anni – aggiungono i sindacati – l’industria metalmeccanica, in particolare l’automotive, insieme alla logistica, ai trasporti e ai servizi correlati, ha generato la maggiore ricchezza della regione. Alla luce di quanto sta accadendo, riteniamo impensabile che i lavoratori e l’economia locale debbano sopportare le conseguenze di scelte che stanno indebolendo il nostro territorio. È imperativo che le istituzioni locali, in stretta collaborazione con il Governo, trovino urgentemente gli strumenti idonei per consentire al settore automotive di continuare a essere un pilastro dell’economia abruzzese. Chiediamo garanzie concrete per i lavoratori coinvolti, inclusi formazione e riqualificazione professionale, e un piano di rilancio industriale per l’intera area, investendo in innovazione e sostenibilità”.