Pescara. Campi di mais devastati da branchi di cinghiali affamati in provincia di Pescara, con particolare riferimento alla zona di Loreto ma anche di Penne, Montebello, Farindola e Collecorvino. Lo comunica Coldiretti in seguito al sopralluogo in un alcuni campi dell’area vestina dove numerose aziende agricole sono state assediate da decine di ungulati che hanno letteralmente raso al suolo la produzione di mais con danni irrecuperabili.
Uno scenario purtroppo noto che si ripresenta con una certa periodicità e che, relativamente a tutta la regione, era stato fortemente denunciato con il corteo di migliaia di agricoltori che si è svolto lo scorso 27 giugno a Pescara. “E’ trascorso meno di un mese ma la situazione è ancora la stessa – dice il direttore di Coldiretti Pescara Roberto Rampazzo – Ciò che chiediamo è far applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica. Nel piano della Regione dovrà essere previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette”.
Sulla questione interviene anche il presidente di Pescara evidenziando che i danni da cinghiale riguardano anche la zona casauriense e tutta la Val Pescara con particolare riferimento a Cepagatti e Rosciano. “Torniamo a sollecitare l’assessore all’agricoltura e il presidente della Regione che lo scorso giugno si sono impegnati pubblicamente – aggiunge Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara – la fauna selvatica è diventata un problema economico, sociale ed ambientale. Un’invasione che, con oltre 100mila esemplari liberi, mette a rischio campagna e città con un impatto devastante sulla produzione alimentare e sulla sicurezza dei cittadini”. Ma il problema in questo periodo non riguarda solo i cinghiali: anche gli storni e le gazze che stanno danneggiando le uve precoci nonchè gli istrici e i tassi nell’area angolana in cui sono stati danneggiati gli ortaggi. “Abbiamo registrato a Nocciano diverse segnalazioni di danni sui vigneti a causa degli storni ma anche ad Alanno e Manoppello abbiamo lo stesso problema – aggiunge Scorrano – i dissuasori permessi dalla normativa non sono efficaci e i risultati, purtroppo, si vedono e si sentono”.