Chieti. Termina la campagna di raccolta firme per i quattro quesiti referendari proposti dalla Cgil.
Dal 25 aprile fino a venerdì 11 luglio, un lavoro intenso quello messo in campo dalla Cgil di Chieti che è stata impegnata in una grande campagna di informazione su tutto il territorio provinciale, dai grandi centri ai piccoli paesi, passando per i luoghi di lavoro (con tante assemblee svolte), fino ad arrivare agli eventi in piazza.
Una presenza costante che ha portato un risultato straordinario: 26.000 firme raccolte in totale, ben 6500 di media per ogni quesito per ripartire dal lavoro e dalla sua qualità, per dire basta al precariato e contrastare seriamente il lavoro non sicuro che porta conseguenze drammatiche nei luoghi di lavoro.
Precarietà, salari bassi, lavoro pericoloso e mancanza di tutele sono diventati la norma per troppi lavoratori.
Per questo la CGIL ha promosso i quattro referendum.
Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività sono diventati normali modelli organizzativi di ogni azienda privata e pubblica.
Questo è il frutto di vent’anni di leggi sbagliate. Parliamo di un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare.
Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Questo, in estrema sintesi, lo scopo dei quattro quesiti.
“La campagna di raccolta firme appena terminata, ci ha permesso di parlare con centinaia di persone oltre che con i nostri iscritti – dice Franco Spina Segretario Generale della Cgil Chieti – nella società cresce sempre più la consapevolezza che il nostro Paese non ha un futuro se non ridiamo dignità al lavoro. Fa piacere riscontrare che la percentuale più alta di coloro che hanno sottoscritto i quesiti è rappresentata dai giovani . Un buon segnale per quanto riguarda il futuro. Si parte dal lavoro ma continueremo sulla raccolta firme per il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata. Una legge che spacca il paese, penalizza il sud e avrà forte impatto sull’economia delle regioni. Un’autonomia che devasterà definitivamente la sanità, la scuola, i diritti di cittadinanza. Nei fatti già oggi ci sono difficoltà, ma con l’autonomia avremo un Pese dove i cittadini non saranno più uguali e non avranno gli stessi diritti. Invitiamo tutti i cittadini a mobilitarsi”.