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Ambientalisti: dubbi su accordo bonifica Bussi. Chi pagherà? Non scaricare costi su cittadini

Redazione Centrale di Redazione Centrale
22 Maggio 2016
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Bussi. “Chi pagherà la bonifica di Bussi? Il timore è che si stia andando verso una direzione che rischia di scaricare i costi veri sui cittadini, contravvenendo al buon senso e alla direttiva comunitaria che istituisce un quadro di responsabilità ambientale basato sul principio ‘chi inquina paga’ per prevenire e riparare i danni ambientali”. Discarica Bussi:ISS choc,acqua contaminata per 700milaLo affermano le associazioni ambientaliste abruzzesi, alla vigilia del tanto discusso accordo di programma relativo alla megadiscarica dei veleni. In particolare, Legambiente, Wwf, Arci, Bussi ci riguarda, Ecoistituto Abruzzo, Italia Nostra, Lipu, Marevivo, Mila Donnambiente e Pro Natura evidenziano le criticità dell’accordo e sottolineano che “il progetto di bonifica non risolve il problema della discarica Tremonti e dell’area industriale che continuano ad inquinare. Neanche convince ­ dicono ­ la mera ‘messa in sicurezza’ ai fini della reindustralizzazione dell’area di proprietà di Solvay ed oggetto dell’accordo di programma”. “Questo ­ aggiungono gli ambientalisti ­ non significa essere contro l’azione la riconversione industriale e lo sviluppo economico produttivo dell’area in questione che noi ci auspichiamo vada nella direzione di insediamento di nuove industrie green ma su ‘come’ questo sta avvenendo o dovrà avvenire. Quello che Bussi aspetta da anni è innanzitutto un vero e serio progetto di bonifica totale delle aree inquinate e non le ‘tombature’ ad oggi proposte. L’accordo di programma deve scongiurare ulteriori potenziali aggravi per il pubblico legati all’azione di bonifica, perché il danno causato da chi ha inquinato non può sempre essere scaricato sui cittadini, prassi ormai tutta italiana”. A Ministero, Regione e Comune le associazioni chiedono di “valutare con attenzione i contenuti dell’accordo in esame e di scongiurare azioni che possano ripercuotersi negativamente sul futuro di questo territorio già gravemente compromesso e di mettere a repentaglio il futuro delle nuove generazioni. Se davvero si vuole discutere di una sana reindustrializzazione ­ osservano ­ bisogna anche rendere il percorso di questo accordo di programma trasparente e partecipato”. Per le associazioni è “insensato e non necessario” il trasferimento della proprietà delle aree inquinate al Comune di Bussi. “Ci auguriamo ­ concludono ­ che le istituzioni pubbliche, interessate dal potenziale accordo, mettano in campo tutto il buon senso necessario e agiscano in funzione della tutela del bene comune e dell’interesse generale. Ci aspettiamo che venga messa in campo la giusta attenzione, trasparenza e partecipazione che il problema richiede”.

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