L’Aquila. “Pensavamo di aver assistito al peggio, ma come dice il proverbio “ al peggio non vi è mai fine”. Ed infatti nel loro ruolo di “potenti di turno” i vertici della ASL 1 della Provincia dell’Aquila oggi hanno superato se stessi”, hanno dichiarato Il Segretario Generale Cgil L’Aquila e il Il Segretario Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli e Fontana Domenico.
“La Cgil è impegnata in questi giorni in una campagna capillare, sul territorio nazionale, per la raccolta firme per la promozione di 4 referendum abrogativi di norme particolarmente odiose e pregiudizievoli per il mondo del lavoro. Anche la Cgil della Provincia dell’Aquila è impegnata con tutte le proprie risorse nella straordinaria campagna con iniziative sul territorio. Come da prassi e rispetto istituzionale il giorno 5 giugno abbiamo inviato formale comunicazione di preavviso alla Direzione Generale della ASL1 annunciando la nostra presenza nel piazzale antistante il Cup dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, con un nostro banchetto dedicato alla raccolta firme. Procedura, peraltro, già svolta in precedenti due occasioni con straordinaria partecipazione popolare alla sottoscrizione dei quesiti referendari. In questa occasione però i vertici della ASL 1, che normalmente non si adoperano celermente alla risoluzione dei tanti ed annosi problemi del sistema sanitario provinciale, hanno voluto dare dimostrazione di tempestiva efficienza. Infatti, a poche ore dalla nostra comunicazioni ci siamo visti recapitare una “simpatica missiva” a firma congiunta del Direttore Sanitario e del Direttore Amministrativo, che con due stringatissime righe hanno negato il permesso. Tempestività ed efficienza non riscontrabili nella gestione quotidiana dell’azienda soffocata dal passivo di bilancio, da liste d’attesa interminabili, da mobilità passiva in crescita esponenziale e da un saldo negativo di mobilità che ha visto raggiungere il suo massimo storico, da carenza di personale e desertificazione sanitaria delle aree interne. Certamente avranno pensato che il banchetto Cgil potesse provocare “moti e subbugli” tali da non essere governabili. Certamente hanno dimostrato, se ve ne fosse ancora bisogno, la loro distanza siderale dall’esercizio della democrazia, hanno in definitiva esercitato un “potere” loro concesso pro tempore ”infischiandosene“ del fatto che in quel banchetto avremmo solo promosso un diritto costituzionalmente garantito. Hanno agito con il potere del “padrone” sulla esigibilità di spazi che sono pubblici, destinati ad un servizio pubblico ed afferenti ad un bene comune, dimostrando ancora una volta di essere corpi estranei alla nostra comunità.
Loro sono così. Distanti anni luce dal sentire comune, loro vivono arroccati nel palazzo, privi di qualsivoglia sensibilità verso i bisogni ed i diritti delle persone. Noi andremo avanti, terremo i nostri banchetti in altri luoghi, noi lavoriamo a tener viva la Costituzione di questo paese. La nostra straordinaria mobilitazione, lo vogliamo ricordare ai due Direttori, è finalizzata a superare le norme che impediscono il reintegro delle Lavoratrici e dei Lavoratori illegittimamente licenziati, ad abrogare le norme che facilitano i licenziamenti nelle piccole imprese, ad abrogare le norme che facilitano l’utilizzo del lavoro precario, ed a ripristinare la responsabilità solidale dell’appaltante sugli infortuni sul lavoro. Una straordinaria mobilitazione per riconsegnare dignità al lavoro secondo i principi di equità, solidarietà, giustizia ed uguaglianza”.