Pescara. La compravendita di pescato sulle bancarelle del molo sud e del molo nord a Pescara va protetta. Le Istituzioni intervengano a tutela dei consumatori.
Le tradizioni della marineria pescarese non si sono costituite solo nella processione in mare di Sant’Andrea dove la città si ferma per celebrare il patrono della marineria, con una festa che si svolge con un corteo a mare e l’omaggio ai caduti. Sul lato nord del fiume Pescara si svolgono le recite, i concerti, mentre operano le giostre e gli stand gastronomici, mentre sul lato Sud, solitamente si svolge la tradizionale gara tra le marinerie di diverse città con una larga partecipazione di pubblico e curiosi. Però gli usi e costumi riguardanti le attività marinare e pescherecce non sono solo queste, ma hanno un loro percorso quotidiano legate al duro lavoro di Pesca, che svolgono giorno e notte, ma anche di commercializzazione e vendita del “pescato”. Vari sono i livelli di questa attività che vanno dalla fornitura del pescato alle grosse compagnie di fornitura, alla dotazione del prodotto alimentare per l’offerta di consumo dei ristoranti e dei negozi di vendita fino ad arrivare alla utenza “plurima” dei consumatori locali. Ma tra gli usi e le consuetudini esiste una tradizione che nessuno ha il diritto di “recidere”: l’acquisto diretto sulle bancarelle collocate sul molo sia a Sud che a Nord. Però il problema concreto è che oggi, nei fatti, dopo anni di svolgimento di queste attività di compravendita, a partire dalla cosiddetta “scafetta” è praticamente reso impossibile l’accesso, ai cittadini, al molo Sud del fiume.
Infatti, ai cittadini è stata tolta la possibilità di accedere all’ingresso principale, ormai chiuso da transenne, con mezzi di locomozione, costringendo ad una maratona chilometrica. Una maratona resa ancora più lunga con la trovata di una ulteriore chiusura, con lucchetto, di un cancelletto di ingresso, a meta percorso, più vicino alle barche che offrono in vendita il pescato. Un ulteriore cancelletto resta aperto, verso la sede della Capitaneria di Porto per offrire, forse un comodo parcheggio, a macchine eleganti e di serie, certamente non adibite ad attività portuali. In concreto i pescaresi, residenti a Porta Nuova, da sempre abituati ad acquistare pescato fresco, presso le bancarelle messe a disposizione dalle mamme o parenti dei proprietari delle barche, ormai vengono “impediti” nel loro esercizio di una delle più belle tradizioni pescaresi. Sul molo Nord, fortunatamente, le attività restano accessibili e ben organizzate. Eppure le attività portuali, sul molo Sud non sembrano così “pesanti” o pressanti da impedire lo svolgimento di questa pratica di acquisto del pescato.
L’acquisto della “scafetta” appartiene ad una delle più consolidate, e belle, tradizioni per la fornitura di prodotto di qualità alla tradizionale cucina pescarese; ma a questo aspetto deve essere aggiunta anche la circostanza che, in tale modo, si restringe la distanza tra produttore e consumatore, con risparmio di costi sia sui prodotti che di ricadute ambientali. La Federconsumatori Abruzzo, accogliendo le preoccupazioni, sia dei consumatori, ad essa aderenti, che dei “piccoli” produttori chiede che le istituzioni interessate, a partire da un pronunciamento del Comune e dalla Capitaneria di Porto, trovino una soluzione per facilitare l’accesso e le attività, dichiarandosi disponibile , da subito, per un eventuale incontro con l’autorità richiamata.