L’Aquila. “A seguito del riassetto sanitario abruzzese, che prevede la ridistribuzione dei reparti ospedalieri nel territorio regionale in maniera proporzionale al numero di abitanti locali, l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila rischia ancora una volta di perdere dei tasselli fondamentali”. A lanciare l’allarme è nome Azione universitaria dell’Aquila per bocca di Leonardo Scimia, candidato al consiglio nazionale studenti universitari. “Ad essere vittime di tale operazione sono in particolare i reparti di radioterapia oncologica, oculistica, otorinolaringoiatria e chirurgia vascolare, ma soprattutto i numerosi cittadini aquilani che sempre meno possono godere dei servizi sanitari locali continua Scimia I reparti verranno ridotti a semplici unità operative, atte solamente a garantire un servizio base, perdendo così numerosi posti letto. Questo nuovo assetto si va sommare ad un quadro già critico dell’ospedale del capoluogo, poiché numerosi reparti si trovano in altri presidi ospedalieri, e molti di quelli presenti erano già stati ridotti nel post sisma”. L’esponente di azione universitaria chiede l’intervento degli enti, a partire dall’università dell’Aquila. “L’ulteriore indebolimento del San Salvatore non può essere trascurato dai rappresentanti dell’Università degli Studi dell’Aquila, in quanto la formazione pratica tramite tirocinio degli studenti di Medicina e Chirurgia, Scienze Infermieristiche e Tecnici di diagnostica per immagini e radioterapia, Ortottica e tanti altri corsi di laurea, è fondamentale per lo sviluppo delle capacità professionali degli studenti. Sono destinate a morire, inoltre, le rispettive scuole di specializzazione aquilane che non saranno più conformi agli standard italiani. Ancora una volta l’Ateneo vede perdere il suo prestigio e le sue eccellenze, un tempo ai massimi livelli, relegandosi ad un ruolo marginale nell’ambito regionale e nazionale. In tal senso, è necessario intraprendere un dialogo costruttivo tra le istituzioni competenti e gli organi universitari, per arginare gli effetti devastanti della riforma Lorenzin: possibili vie di soluzioni risiedono nello sfruttamento proficuo dell’ autonomia regionale riconosciuta dalla Costituzione ed in una collaborazione proficua tra le ASL abruzzesi, affinché gli interessi e i bisogni della popolazione studentesca conclude Scimia nella nota non siano trascurati, né posti in secondo piano rispetto a tagli e revisioni dei conti”.