Pescara. “Nonostante la manovra correttiva salva conti approvata in consiglio regionale senza il parere favorevole dei revisori dei conti, Uil Abruzzo esprime una forte preoccupazione riguardo la tenuta della sanità regionale”, il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo e il responsabile comparto sanità Uil Abruzzo Fabrizio Truono intervengono così sull’attuale condizione della sanità che riguarda l’intero territorio della regione.
“Attendiamo gli sviluppi dell’incontro che la Regione avrà a breve con il Ministero dove in un tavolo tecnico ci sarà la verifica dei conti relativi al quarto trimestre 2023, ma si devono trovare le giuste soluzioni per coprire il grave indebitamento prodotto dalle quattro Asl abruzzesi per un totale di 122 milioni di euro e ciò deve essere fatto con mirati piani di razionalizzazione che vadano nella direzione di ridurre gli sprechi e favorire il corretto impiego delle risorse da parte delle stesse Asl – aggiungono -. Chiediamo alla Regione di evitare di coprire parte del disavanzo, ormai strutturale, attingendo ai fondi del Tfr/Tfs dei dipendenti della Regione Abruzzo, ma soprattutto di evitare che in nome della razionalizzazione vengano effettuati possibili ulteriori tagli ai servizi sanitari o al personale che penalizzerebbero ancora di più i cittadini abruzzesi e i lavoratori. Come Uil Abruzzo, abbiamo più volte fatto presente che nella nostra regione abbiamo una mobilità passiva per 180 milioni circa e che perdiamo circa 40 milioni di euro dalla mobilità attiva e questa è una situazione da risolvere al più presto per trovare nuove risorse da investire nella sanità e garantire a tutti i cittadini in egual misura il ricorso alla salute, abbattendo anche il grave e annoso problema delle liste di attesa”.
“Per queste motivazioni la Uil Abruzzo ritiene necessario aprire con immediatezza un tavolo di confronto tra le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil e l’ assessore alla Sanità , al fine di poter discutere e trovare percorsi condivisi per scongiurare che i gravi problemi economici ed organizzativi possano rimettere in seria discussione la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale da poco approvata, ma anche per salvaguardare i diritti dei lavoratori della sanità e i cittadini che vogliono vedersi riconosciuto il diritto alle cure in ospedali funzionali e non vivere quotidianamente assillati da disservizi e criticità – concludono Lombardo e Truono -. Auspichiamo altresì che i direttori generali delle quattro Asl chiamate nei prossimi trenta giorni a prevedere dei piani di razionalizzazione delle risorse aprano dei tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali di ciascun territorio per fare delle scelte condivise ed in massima trasparenza, al fine di trovare le giuste soluzioni al problema”.