L’Aquila. “Ho presentato un Ordine del giorno – che verrà discusso alla Camera dei Deputati nella seduta che inizierà oggi alle ore 16,15 – per impegnare il governo ad apportare alla normativa sul Superbonus le opportune modifiche al fine di garantire agli enti senza scopo di lucro la possibilità di continuare a usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura, così da rendere possibile la riqualificazione del patrimonio immobiliare per lo svolgimento delle proprie attività e assicurare una migliore offerta dei servizi sanitari e socio-assistenziali, nell’interesse della collettività.
1) Come noto, il testo del provvedimento è stato profondamente modificato, durante l’esame del Senato, con un emendamento del governo che ha determinato uno scontro all’interno della maggioranza, con cui è stata esplicitamente prevista la “spalmatura” su dieci anni delle “spese sostenute a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, quindi con un intervento sostanzialmente retroattivo, a partire dal 1° gennaio 2024, riguardante appunto il “Superbonus” (diviso finora in quattro rate), il “bonus barriere architettoniche” e il “sismabonus” (entrambi finora in cinque rate).
2) Per tutti questi sconti fiscali, le detrazioni dal 2024 saranno decennali, e mentre l’allungamento dei tempi da 4/5 anni a 10 anni non toccherà le imprese e le banche che hanno acquistato i crediti fiscali, a essere colpiti saranno i contribuenti che li utilizzano direttamente nelle loro dichiarazioni dei redditi senza averli mai ceduti; le banche, tuttavia, saranno colpite dall’impossibilità di utilizzare i crediti fiscali per compensare debiti previdenziali verso l’Inps e assicurativi verso l’Inail.
3) Si tratta dell’ennesimo intervento da parte del governo in cui viene annunciato un giro di vite sul Superbonus, governo che – nonostante i proclami – ha dimostrato di non saper gestire l’esplosione della spesa legata alle misure di incentivo fiscale, nell’ultimo anno arrivata a 122 miliardi di euro. Nonostante gli annunci, non vi è traccia di regole certe e stabili per famiglie e imprese, e anzi si sono introdotte inutili complicazioni senza alcuna salvaguardia per i soggetti più fragili (Terzo Settore e IACP) e per le situazioni oggettivamente più meritevoli di tutela (come l’abbattimento delle barriere architettoniche e la ricostruzione nelle aree terremotate).
4) Le organizzazioni di volontariato non rispondono a finalità di lucro e non hanno usualmente a disposizione risorse finanziarie idonee ad affrontare le spese relative agli interventi di riqualificazione, né sono in grado di ammortizzare i costi sostenuti attraverso la detrazione diretta.
L’interruzione della possibilità di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito rischia di tradursi nella fine del programma di riqualificazione del patrimonio immobiliare avviato negli ultimi anni dagli enti del terzo settore, che viene impiegato nelle attività di sostegno e di tutela svolte a favore della comunità e in particolare delle fasce più deboli della popolazione”.
On. Luciano D’Alfonso