Roma. Nuovi elementi sull’omicidio di Serena Mollicone, uccisa ad Arce nel giugno 2001. Oggi si è tenuta la nuova udienza del procedimento di appello che vede imputati, già assolti in primo grado, il maresciallo dei Carabinieri Franco Mottola, sua moglie Anna Maria e il loro figlio Marco, insieme al vice di Mottola, Vincenzo Quatrale (istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi) e all’appuntato Francesco Suprano (favoreggiamento).
Tra i testimoni del nuovo dibattimento, anche il carrozziere Carmine Belli, anni fa accusato del delitto e poi assolto in via definitiva. L’uomo, ora escusso come testimone, ha ribadito che “il primo giugno vidi litigare due persone, una ragazza e un ragazzo biondo di fronte al bar Chioppetelle, vicino al paletto che indica la fermata del bus Cotral. Credo fosse Serena. I due erano rivolti verso la strada, di fianco a me, lui la teneva per un braccio come se lei volesse attraversare la strada ma lui la stesse bloccando. Non avevo focalizzato l’altezza, ma mi erano sembrati più o meno della stessa statura.”
Due dettagli del racconto risulterebbero significativi: il fatto che i giovani avessero più o meno la medesima statura e che il ragazzo fosse biondo. Secondo l’accusa, questi sarebbe stato Marco Mottola. Ma, evidenzia Il Sussidiario, Marco risulta più alto di Serena. E, al funerale della vittima, era apparso senza meches bionde.
Su questo secondo dettaglio è stata però raccolta oggi la testimonianza di Ramon Iommi, barbiere di Mottola. “Nel 2001 feci le meches a Marco Mottola, lui aveva i capelli biondo scuro”, ha riferito. “Sono certo perché gli misi la carta stagnola in testa e poi andai a fare la barba a un’altra persona. Poteva essere aprile o maggio. Dopo il ritrovamento del corpo di Serena, non ricordo il giorno esatto, ma comunque prima del funerale, Marco venne a casa mia e mi chiese se gli potevo tagliare i capelli. ‘Ma già te li tagli?’ dissi io. Mi rispose che a casa si erano arrabbiati perché non volevano le meches. Così glieli tagliai in bagno, rasati sotto e sopra un po’ più lunghetti.”
Lommi ha anche dichiarato di aver visto Serena, proprio la mattina del primo giugno, giorno della scomparsa della ragazza, rivenuta senza vita due giorni dopo in un bosco in località Fontecupa. E ne fornisce una dettagliata descrizione: “Aveva uno stivaletto nero, un fuseaux nero e una magliettina a sfondo rosso. Mi ricordo che io ero alla fermata dell’autobus e Serena scendeva verso il bar Calderoni.”
Ascoltato anche Pier Paolo Tomaselli, collega di Carmine Belli: i due erano insieme in macchina quando hanno assistito al litigio tra i giovani. “Belli mi chiese ‘hai visto come piange questa ragazza?’”, ha ricordato l’uomo. Che ha affermato di rammentare chiaramente che l’avvistamento sarebbe avvenuto “il 31 maggio”. Si è detto “sicuro della data”, nonostante in passato abbia affermato a sua volta che la circostanza si sarebbe verificata il 1° giugno. A quanto riporta Il Sussidiario, le precedenti dichiarazioni sarebbero dovute al fatto che “chi faceva le indagini mi aveva adombrato il carcere. Ogni interrogatorio era drammatico, venni preso a schiaffi per dire che l’avevo vista. Avevo paura di non essere creduto e di finire in prigione.”