L’Aquila. In ripresa l’export abruzzese nel 2023 con un miliardo e 209 milioni di euro, ma non abbastanza, a guardare i dati di cinque anni fa.
Lo scorso anno infatti, l’incremento è stato di un 13,6% che, “a fronte di una crescita nazionale pressoché nulla, ha permesso all’Abruzzo di rimanere al quarto posto della graduatoria nazionale”, tuttavia, se si guarda ad un arco di tempo più lungo, quello che va dal 2018 al 2023, “l’export abruzzese è cresciuto solo del 14,9%, ovvero la metà di quello nazionale (+34,6%), piazzando la regione al terzultimo posto della graduatoria nazionale”, prima solamente di Val d’Aosta e Basilicata. In definitiva, terreno perduto ancora da recuperare.
A rivelarlo è lo studio dell’economista sulmonese Aldo Ronci per conto di Cna Artigiani Imprenditori d’Italia Abruzzo su dati dell’Istat e di Coeweb. Nel 2023 il miglior contributo ad accrescere il valore delle esportazioni abruzzesi l’hanno fornito i due settori storicamente trainanti, ossia mezzi di trasporto e farmaceutico, che hanno alle spalle grandi insediamenti di multinazionali nell’area della Val di Sangro: con un miliardo e 81 milioni di euro (679 dei quali provenienti dall’automotive, 402 dal farmaceutico), infatti, i due comparti contribuiscono in modo determinante a risalire la china. Ma anche in questo caso, rispetto al 2018, ai volumi delle esportazioni dei mezzi di trasporto mancano all’appello ben 584 milioni. Quanto al complesso delle altre produzioni (in termini di incrementi il 2023 ha visto un aumento del 2,6% dei due citati settori trainanti) la loro massa globale supera comunque il 50% del totale, con oltre 5 miliardi: in questo caso, le migliori performance sono da assegnare ai prodotti alimentari (con 56 milioni in più e un incremento del 7%); al tessile e abbigliamento (82; 20,1%); agli articoli in gomma e plastica (33; 4,3%). Le variazioni dell’export nelle province abruzzesi sono state disomogenee, anche se hanno registrato tutte aumenti, con Chieti di 647 milioni; L’Aquila di 301; Teramo di 178; Pescara di 83. Volumi assoluti a parte, è il Teramano a segnalarsi per completezza e versatilità delle sue produzioni, segnando importanti incrementi nella farmaceutica (+43;+57,9%), nei prodotti tessili e nell’abbigliamento (+51;+18.5%) e nei prodotti alimentari (+26;+14,7%).