L’Aquila. “Fino al 10 marzo, la destra al Governo – attraverso i parlamentari del territorio, ed in particolare Guido Liris e Etel Sigismondi – assicurava che il superbonus 110% sarebbe rimasto invariato nei crateri 2009 e 2016 fino al 2025; “una misura essenziale” la definivano gli esponenti di Fratelli d’Italia, rivolgendo un plauso al governo che, garantivano, “ha ascoltato le argomentazioni di cui ci siamo fatti portavoce a Roma”. E’ la nota del Partito Democratico L’Aquila.
“Se non fosse che il provvedimento, voluto dai governi di centrosinistra fino al 2026, era stato prima bloccato e poi reinserito, col taglio di un anno, in campagna elettorale. Passato il 10 marzo però, e incassata la conferma di Marco Marsilio alla guida della Regione, il governo Meloni, con un decreto-legge approvato alla chetichella, avrebbe fatto un nuovo passo indietro cancellando la misura, escludendo dalla possibilità di usufruire dello sconto in fattura e della successiva cessione del credito anche gli immobili ricadenti nei crateri sismici. Uno schiaffo in faccia all’Abruzzo, alle famiglie che attendono la ricostruzione delle loro abitazioni e alle imprese che, di provvedimento in provvedimento, fanno fatica a programmare il lavoro sia operativo che finanziario, con ripercussioni pesantissime sui processi di ricostruzione ancora in corso. Un atto scellerato, e vergognoso. Attendiamo di leggere con attenzione il decreto-legge: intanto, ci preme ricordare al Governo Meloni che cancellare il ‘contributo rafforzato’ significherebbe pregiudicare la rinascita dei territori terremotati, considerato che il ricorso all’agevolazione è attualmente previsto per la quota in accollo ai proprietari di unità immobiliari inagibili, un supporto fondamentale per le famiglie data l’evidenza che i parametri del buono ricostruzione non sono adeguati a coprire i costi reali dei lavori. A qualche giorno dal quindicesimo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009, chiediamo alla Presidente del Consiglio, eletta proprio nel collegio L’Aquila-Teramo, di fare immediatamente un passo indietro; altrimenti, non ci sarà altra via che una fortissima mobilitazione”.