Sulmona. Primo parto in analgesia in Abruzzo nel punto nascita dell’ospedale di Sulmona. Leonardo è venuto alla luce, con la nuova tecnica che permette alla puerpera di partorire senza dolore assumendo con maschera il gas Livopan, totalmente innocuo per la mamma e il bambino. “Sono felicissima”, è stato il primo commento di Valeria Di Bernardo, 28enne residente a Sulmona, già in piedi a poche ore dal parto. “Partorire senza dolore è un’esperienza unica, mi ha permesso di godere a pieno della nascita di mio figlio; la raccomando a tutte le donne in gravidanza”. La nuova tecnica che certamente porta una mini rivoluzione nel settore ostetrico, è stata eseguita in un punto nascita che il governo regionale vuole chiudere da personale che ha creduto fortemente in questo progetto ed ha ottenuto la possibilità di offrire alle donne una valida alternativa a tecniche decisamente più invasive. “Il Punto Nascita di Sulmona taglia un altro importante traguardo verso il possibile rilancio, che noi tutti auspichiamo e al quale stiamo lavorando. E’ appena nato un bimbo con parto in analgesia e il centro e’ il primo dell’Abruzzo ad offrire questo servizio alle mamme. Auguri al piccolo ed ai suoi genitori. Una bella notizia per Sulmona e per la Valle Peligna Alto Sangro. Si tratta di una tappa importante nel percorso di rilancio di questa struttura, dopo il voluto abbandono della amministrazione Chiodi e del direttore Silveri. Il Punto Nascita di Sulmona e’ utile alle donne e ora piu’ che mai ne va evitata la chiusura”. Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. “Com’e’ noto – spiega Stefania Pezzopane – il decreto Lorenzin ha stabilito che i punti nascita con meno di 500 parti l’anno dovessero chiudere entro dicembre. In seguito il limite del numero dei parti e’ stato cancellato, anche a seguito delle sollecitazioni dell’intergruppo parlamentare sulla montagna di cui faccio parte, per introdurre altri criteri quali l’efficienza e anche le caratteristiche del territorio. Il Punto Nascita di Sulmona – prosegue la senatrice – e’ assolutamente necessario in Abruzzo, perche’ serve bene un territorio ampio e in gran parte montano come l’Alto Sangro, che non puo’ essere abbandonato, anche per evitarne lo spopolamento. Con la sua chiusura, le donne sarebbero costrette ad andare a partorire, nelle emergenze anche in elicottero, a Pescara, Chieti, L’Aquila o Avezzano o fuori regione, con grave rischio per la salute dei bimbi e delle mamme. E’ dunque assolutamente necessario rivedere le decisioni della regione, per consentire a questa struttura di continuare un iter di rilancio che corrisponde in pieno alle esigenze del territorio. La sua chiusura – conclude Pezzopane – deve essere assolutamente sventata”. “Il parto indolore dovrebbe essere garantito gratuitamente a tutte le donne per le quali ve ne sia necessita’, mentre all’Aquila non c’e’ questa possibilita’”. Lo afferma in una nota Chiara Mancinelli, del circolo territoriale “99” di Fratelli d’Italia-Allenza nazionale del capoluogo. “Affermare, come ha fatto oggi la senatrice del Partito democratico Stefania Pezzopane, che ‘a Sulmona c’e’ stata la prima nascita in analgesia’ e’ una castroneria che dimostra la totale mancanza di conoscenza dei problemi della sanita’ abruzzese e delle gestanti”, spiega Mancinelli. “In realta’ una legge regionale del 2012 gia’ sanciva questo diritto – sottolinea – ma l’attuazione e’ avvenuta a macchia di leopardo: negli ospedali di Chieti e Sant’Omero e’ possibile, negli altri solo a pagamento. Negli altri presidi sanitari – aggiunge l’esponente di FdI-An – le partorienti che vogliono dare alla luce i propri bimbi con l’ausilio dell’epidurale devono pagare una cifra che si aggira sui 1.200 euro. Sempre a condizione – dice ancora Mancinelli – che il parto non si verifichi nelle ore serali o notturne, nei giorni festivi o che non ci siano emergenze concomitanti. Con risorse relativamente esigue, rispetto al bilancio complessivo della sanita’ – conclude Mancinelli – si potrebbe conseguire un risultato di civilta’ di cui pochi si occupano, a partire dai massimi rappresentanti del partito di maggioranza che governa Regione e Comune, come al solito disattenti e impreparati”.