Chieti. Nel corso della mattinata odierna, a Chieti, si sta svolgendo la visita ai reparti dell’Arma da parte del Comandante Generale, Gen. C.A. Teo Luzi, dapprima presso il Comando Legione CC. “Abruzzo e Molise”, poi presso il CNA.
“Le visite di questo genere, oltre che previste periodicamente, possono essere l’occasione di incontro diretto col personale e con la realtà lavorativa che caratterizza i reparti.” riferisce Nicola D’Agostino, segretario regionale del Nuovo Sindacato Carabinieri, “In taluni casi, compatibilmente con le stringenti tempistiche, le visite possono rivelarsi dei proficui momenti di confronto con le Associazioni Sindacali Militari, per legge unici rappresentanti dei Carabinieri. Nonostante il Comando Generale dell’Arma da tempo e in più occasioni, abbia impartito disposizioni finalizzate a coinvolgere in tali eventi le Associazioni Sindacali Militari, questa Segreteria rileva, ancora una volta, l’esclusione dall’incontro.” “Tale aspetto, non giustificabile come dimenticanza, appare voluto dal Comando di Corpo che, come sempre, ha previsto invece la partecipazione alla visita dell’ormai obsoleta Rappresentanza Militare, peraltro non più menzionata nel Codice dell’Ordinamento Militare a seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 192/2023.” Conclude Roberto Di Stefano, dirigente sindacale Regione Abruzzo e Molise, “Tali posizioni della Scala Gerarchica locale, inevitabilmente, vengono percepite come una manifestazione di chiusura al confronto e soprattutto di rifiuto nel riconoscere il ruolo e la legittimità dei Sindacati Militari a distanza di 2 anni dalla legge istitutiva. Queste scelte, in parte incomprensibili, ci riportano ad un incontro avuto col precedente comandante della Legione, finalizzato alla trattazione di alcune problematiche, in occasione del quale ci fu risposto che avremmo potuto solo “prenderci un caffé in attesa dei decreti attuativi”, come a non voler riconoscere il ruolo degli interlocutori sindacali e nonostante la vigenza della legge 46/2022. Una chiusura anacronistica, non più accettabile, che limita l’esercizio dei Diritti dei Carabinieri”.