Sulmona. A seguito delle disastrose vicende di inquinamento che hanno interessato la nostra regione si è costituito anche in Abruzzo il coordinamento Stop Biocidio. “Dopo decenni di silenzi e complicità si scopre che la “Regione dei Parchi” è stata, ed è, oggetto di un inquinamento selvaggio che mette gravemente a repentaglio il bene più prezioso : la salute” E’ quanto emerso dall’incontro pubblico organizzato dai Comitati dei cittadini per l’Ambiente e dal Forum Abruzzese dei movimenti dell’acqua, che si è svolto mercoledì a Sulmona presso la comunità montana. All’incontro erano presenti come relatori Mario Pizzola, Augusto De Santis, Renato Di Nicola e Pietro Di Paolo. E’ possibile sconfiggere la rassegnazione e non delegare ad altri le decisioni che riguardano la gestione del nostro territorio. Si devono creare nuove reti organizzative con le quali partire per autogestire le nostre vite in armonia con la natura. Questi gli obiettivi del coordinamento. Nel corso dell’incontro si è parlato del disastro ambientale dovuto alla discarica dei veleni di Bussi, della Daneco e del Cogesa. Si è fatto il punto sul metanodotto Snam e sul monte San Cosimo. Per l’occasione erano presenti diversi candidati come consiglieri regionali alle prossime elezioni e il comandante della Forestale Guido Conti che nel 2007 accerto la contaminazione dei pozzi Sant’Angelo di Bussi ed effettuò il sequestro dell’area della ex Montecatini a Piano d’Orta di Bolognano per la presenza rilevante di sostanze tossiche. Erano presenti anche cittadini, associazioni e amministratori pubblici del comune di Sulmona e dei comuni limitrofi. “Purtroppo la nostra regione non è scevra da interventi molto pesanti sull’ambiente” ha detto Augusto De Santis del Forum Abruzzese dei movimenti dell’acqua, “In Italia non esiste solo la terra dei fuochi. Il disastro di Bussi e della val Pescara testimoniano il fatto che anche nella nostra terra ci sono stati fenomeni di inquinamento massivo che ha interessato centinaia e migliaia di cittadini che hanno addirittura bevuto per 25 anni acqua ai cancerogeni. Una situazione che ha inquinato matrici non solo ambientali ma anche alimentari. In Abruzzo ci sono diversi siti contaminati già censiti circa 1000. Dobbiamo lavorare come comunità per pretendere una riqualificazione e una bonifica di questo ambiente con un’analisi epidemiologica e la creazione di un registro per i tumori che è uno strumento fondamentale per capire lo stato di salute dei cittadini relativamente ai tumori e a tutte quelle malattie che possono essere connesse all’esposizione delle sostanze inquinanti” Secondo De Santis l’aumento esponenziale dei tumori nelle zone ricadenti la discarica di Bussi e nel pescarese sono la conseguenza di tanti anni in cui si continuava prima a scaricare nel fiume sostanze chimiche di scarto dei processi industriali e successivamente ad interrare tali prodotti chimici nei siti limitrofi.