Castel di Sangro. Non può essere vero che un presidente di Regione e un suo direttore generale della ASL pensino di sfuggire alle loro responsabilità con un trucco così meschino e grave.
La mobilitazione dell’Alto Sangro promossa dai Sindaci, dalla CGIL, dai cittadini che in migliaia stanno firmando per chiedere – anzi pretendere, come è giusto che sia – di garantire il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) per Pescasseroli, Pescocostanzo e Castel di Sangro va risolta con atti definitivi e coerenti. Invece, chiedendo l’intervento provvisorio dei medici dell’esercito, non solo si ammette il fallimento, ma si prende in giro la gente perché fra qualche settimana tornerà tutto come prima. Negli anni passati divenne famosa una parodia dell’allora sindaco di Roma, Alemanno, che per ogni esigenza del Comune (da una spolverata di neve al problema dei rifiuti) se ne usciva gridando “Chiamo Esercito!” Qui non c’è proprio niente da scherzare, invece. Non si gioca con la vita e la salute delle persone. L’esercito è una preziosissima risorsa di competenze, generosità e capacità di intervento: ma è giusto che operi nelle emergenze e non sostituendosi agli Enti locali nella loro amministrazione quotidiana. A garantire i diritti dei cittadini deve pensarci la politica intervenendo con soluzioni giuste, coraggiose e prendendosi le proprie responsabilità: ed è quello che faremo con Luciano D’Amico governando il futuro della Regione.