L’Aquila. Il Comune dell’Aquila ha chiesto all’Agenzia nazionale per sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) di annullare e ritirare in autotutela la prescrizione con cui si impone la sostituzione delle funi portanti della funivia del Gran Sasso il prossimo anno e non alla scadenza del 2028: l’indicazione è contenuta nel provvedimento con cui l’11 gennaio scorso è stato dato il via libera alla riapertura al pubblico dell’infrastruttura.
La funivia, che conduce alla stazione invernale di Campo Imperatore, gestita dalla municipalizzata Centro Turistico del gran Sasso, era stata chiusa su decisione del Ministero Infrastrutture e Trasporti dopo l’esposto di un cittadino con dubbi sulla sicurezza, in particolare di una delle 4 funi. L’istanza, a firma del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e del dirigente del settore Avvocatura dell’ente, Domenico de Nardis, è stata inviata ai vertici Ansfisa e al Mit. “Il nulla osta dell’Agenzia è contraddittorio. – spiega il sindaco – Da un lato sono riconosciute validità e esito positivo di tutti i controlli. Di contro, a fronte delle conformità riscontrate, si impongono prescrizioni stringenti, comunque portate avanti dal Centro turistico. Tra queste, però, è contenuta l’indicazione relativa alla chiusura dell’impianto al 30 aprile e la sostituzione delle funi portanti, con significativo anticipo rispetto al 2028, anno in cui è prevista la fine della loro vita operativa”. Richiesta, quest’ultima, definita “immotivata e contrastante con gli esiti delle recentissime verifiche” dal momento che “non sono state rilevate riduzioni della sezione metallica della fune o il deterioramento di porzioni della stessa”. “Per questa Amministrazione – prosegue Biondi – la sicurezza è al primo posto. Che l’impianto sia rispondente ai parametri previsti dalla normativa di riferimento non lo dice il Comune o il Ctgs, ma la stessa Ansfisa che, però, imponendo prescrizioni e sostituzione dei cavi si contraddice. Delle due l’una: o l’impianto è sicuro o non lo è. O per lo meno non può esserlo solo fino al primo di maggio, nonostante le accortezze e i controlli effettuati dai tecnici del Centro turistico”.