Pescara. “Dopo ben sette anni di commissariamento si aspettava la proclamazione degli eletti alla guida del Consorzio di Bonifica Centro e invece arriva la notizia che tutto è bloccato per il ricorso presentato da Camillo Colangelo, direttore di Confagricoltura, che, solo il 29 dicembre a elezioni concluse con la sconfitta della sua lista, si accorge che forse tutto il marchingegno elettorale ha qualcosa di perverso”.
Inizia così una nota del Comitato Bonifica Sostenibile che ricorda come tutti gli atti preparatori delle elezioni del 26 novembre 2023, che hanno predisposto e vincolato il procedimento, potevano agevolmente essere impugnati
dinanzi al Tar nei termini di legge ben prima delle votazioni. Invece, Confagricoltura si rivolge proprio a chi ha
validato il sistema elettorale, cioè alla Regione Abruzzo, chiedendole di sconfessare se stessa e annullare le
elezioni”.
“Non stiamo parlando di liste escluse o voti contestati, come accaduto per alcuni Consorzi al voto in
Abruzzo, ma di come lo stesso Consorzio ha selezionato gli aventi diritto al voto. Con il ricorso – prosegue la
nota del Comitato firmata dal presidente Gabriele Trovarelli – si impedisce la regolare formazione del consiglio
e la designazione degli organi di governo. L’iter del contenzioso è articolato, coinvolge la Terza Commissione
Consiliare della Regione che dovrà dare il suo parere sulla questione. In caso di rigetto del ricorso, la Regione
dovrà provvedere alle nomine mancanti per il completamento del consiglio di amministrazione del Consorzio, e
sappiamo bene – continua il Comitato – che, incombendo le elezioni regionali, tutto potrebbe slittare di molti
mesi. In caso di accoglimento dovrà sollevarsi il problema della responsabilità di quei funzionari sia del
Consorzio sia della Regione che hanno consentito lo svolgimento delle elezioni con procedura illegittima.
Viceversa, in caso di rigetto, gli eletti saranno proclamati dopo le elezioni, consentendo all’attuale Commissario
di gestire anche la contribuenza 2024 che si preannuncia ancor più pesante di quelle passate”. Il Comitato si
appella quindi alla “buona politica” perché “consenta in tempi brevi il regolare insediamento degli eletti”.