L’Aquila. Durante il convegno “Idee e progetti per il recupero della Cattedrale di San Massimo d’Aveia” tenutosi il 18 dicembre nella sala ipogea del Consiglio Regionale d’Abruzzo, il regista e ricercatore abruzzese Alessio Consorte ha lanciato una nuova provocazione: e se l’Aquila fosse stata edificata sull’antica città di Aveia?
Consorte, il noto regista abruzzese già celebre per il suo film sui popoli italici e il film-inchiesta sul guerriero di Capestrano, si dice abbastanza certo “Otto anni di studi sulla tabula Peutingeriana, mi hanno permesso di stabilire senza alcun margine di dubbio che L’Aquila si sovrappone all’antico municipio di Aveia. Seguendo un metodo innovativo di calcolo e considerazione delle miglia riportate sull’antica mappa romana, partendo da Alba Fucens, come indica la Tabula, se voglio viaggiare devo porre l’indicazione sull’Aquila e non sull’attuale cittadina di Fossa né tantomeno su Civita di Bagno dove si conserva la Basilica di San Massimo di Forcona”.
A seguito di queste dichiarazioni, che potrebbero rivoluzionare la storia del capoluogo abruzzese, abbiamo chiesto ad Alessio Consorte come funziona questo suo innovativo calcolo delle miglia “Vorrei rivelare il segreto ma per adesso mi limito a dire che la Tabula funziona perfettamente, con un margine di errore di 1km. Tutto ciò è strabiliante: in otto anni ho potuto mettere perfettamente in pianta circa 150 città romane e quello che ho notato, quando i centri sono ben identificati da epigrafi e fonti storiche antiche che ne attestano la posizione, la Tabula lavora in maniera impeccabile. Quando ci sono dei dubbi, la tavola si ferma e non ti permette di viaggiare. Ed è quì che inizia la ricerca: gli storici attestano L’Aquila ad una fondazione medioevale, quindi nè italica e nè romana”.
Il giovane regista ci spiega come è andata avanti la sua ricerca “Il rispetto per chi studia o ha studiato il nostro territorio è incommensurabile. Certamente anche gli errori portano avanti la ricerca. Talvolta non dobbiamo avere una convinzione prettamente involutiva, o semplicemente una convinzione “dal pc di casa” seguendo studi ormai datati. I nuovi mezzi ci danno una grande possibilità ed io utilizzo tutto pur di arrivare ad ottenere un quadro completo della situazione, ogni volta che sorgono dei dubbi. Tempo fa, chiesi all’amica Beatrice Sabatini una preparata ricercatrice aquilana, di inviarmi tutto ciò che di romano conserva L’Aquila. In particolar modo mi ha colpito l’epigrafe di riutilizzo posta sul portale della chiesa di San Silvestro che recita: RUFUS AV (…?). Sul CIL (Corpus Iscrizione Latinarum) è riportata come “RUFUS AVF”. Una F oppure una E? Può una sola lettera cambiare totalmente la visione delle cose e della storia? Certamente sì. Quindi mi sono recato di persona per verificare, poiché a mio parere era l’attestazione che cercavo. Infatti quando l’ho vista sono rimasto senza parole. La F è una E, quindi Ave/Aveia e non AVF! Senza l’amica Sabatini non sarei arrivato a conoscere quel reimpiego così prezioso”.
A questo punto chiediamo al regista Consorte a cosa portano i suoi studi sulla chiesa di San Silvestro “Mi sono appassionato molto dopo questa scoperta, ed ho applicato le conoscenze che ho acquisito di archeoastronomia. La chiesa è orientata al tramonto del sole il giorno del 31 dicembre esattamente a San Silvestro, offrendo uno spettacolo di luci e emozioni e simbologia, fuori dal normale. Sicuramente una notizia importante per gli amici aquilani, che potranno verificare di persona. Certamente c’è una scoperta letteralmente sconcertante in stile “Codice da Vinci” che presto rivelerò. Credo che siamo di fronte ad un segreto celato nell’anima dell’antica L’Aquila, che coinvolge anche i Cavalieri Templari. Ho fatto anche altri studi di archeoastronomia, che coinvolgono la pianta della città dell’Aquila, e grazie a questi studi sono molto vicino ad affermare che L’Aquila abbia una fondazione prima vestina e poi romana. Devo ancora far valutare i risultati ai due archeoastronomi che mi seguono da anni, Silvia Motta ed Adriano Gaspani, per cui ci sarà da attendere ancora un po di tempo. Ma i dati sono molto rassicuranti e ci restituiranno sorprese molto interessanti. Concludo con un appello: chiunque volesse darmi una mano per continuare questa ricerca, resto a piena disposizione. L’Aquila è pronta a rivelarci i suoi segreti più intimi. “In Hoc Signo Vinces”.