L’Aquila. “Il Consiglio regionale dell’Abruzzo con un emendamento notturno alla legge di bilancio ha sostanzialmente cancellato la Riserva naturale del Borsacchio nel comune di Roseto degli Abruzzi (Te) riducendone la superficie da 1100 a 24 ettari.
Uno dei rarissimi bacini di naturalità sulla costa abruzzese viene ora cancellato con un emendamento di cinque consiglieri della destra e il voto della maggioranza che sostiene Marsilio. Siamo di fronte a una vera porcata che mostra il livello infimo di un ceto politico che apre la strada alla cementificazione di luoghi di impareggiabile bellezza che eravamo riusciti a salvaguardare su una costa quasi totalmente antropizzata e cementificazione.
Invece di fare una legge per lo stop al consumo di suolo questi energumeni del cemento cancellano le riserve naturali esistenti! Noi di Rifondazione Comunista rivendichiamo di aver proposto e imposto la legge che nel 2005 istituì la Riserva. Era nostro consigliere Angelo Orlando e io segretario regionale. Grazie a un grande movimento di cittadinanza, comitati e associazioni ambientaliste riuscimmo a salvare quelle aree da una cementificazione già prevista. Ricordo con grande riconoscenza lo scomparso Franco Sbrolla che a Roseto fu l’anima della mobilitazione e soprattutto della presa di coscienza comunitaria. Successivamente la Riserva è sempre stata sotto attacco degli interessi privati e del ceto politico. In consiglio regionale dal 2008 al 2014 ho dovuto fare ostruzionismo innumerevoli volte contro i tentativi bipartisan di riperimetrazione. Nel 2012 riuscirono a ridurre il perimetro ma si trattava di un intervento non paragonabile con quello approvato stanotte da un consiglio di scellerati.
Il voto del Consiglio Regionale è una vergogna nazionale e dà l’idea della regressione che sta vivendo il paese.
Si tratta di un atto di prepotenza istituzionale assolutamente INGIUSTIFICATO. Il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva è fin troppo elastico quanto a restrizioni. Nulla dunque giustifica questo blitz che a mio parere è INCOSTITUZIONALE perché la Corte ha sancito che la partecipazione delle province e dei comuni interessati è uno snodo procedimento di essenziale rilievo in materia di riserve naturali. Questo blitz è inqualificabile.
Rifondazione Comunista e Unione Popolare chiedono di cancellare immediatamente questa porcheria e di ristabilire la corretta perimetrazione della Riserva. Ci mobiliteremo con associazioni e comitati per fermare un irreparabile e criminale scempio. Di certo Marsilio ha concluso il suo mandato con uno scempio imperdonabile”.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare