L’Aquila. “La Pedofilia è un crimine contro l’umanità”. Le parole sono di Don Fortunato Di Noto, in prima linea nella lotta agli abusi sui minori e nel contrasto alla pedopornografia che questa mattina ha partecipato ad un incontro pubblico promosso dal Premio Nazionale Premio Borsellino, giunto quest’anno alla XXXI edizione e realizzato con il sostegno dell’Amministrazione comunale, nel corso del quale ha portato la sua testimonianza nella lotta ad un turpe e lucroso fenomeno che solo in Italia, solo stando ai dati della Polizia Postale, ha fatto registrare circa settemila casi.
Prima dell’incontro il sindaco della città, Pierluigi Biondi, ha conferito a Di Noto la targa del Premio Borsellino al il religioso, fondatore e Presidente dell’Associazione Meter che dal 1989 opera, insieme a Forze dell’Ordine, Magistratura e Chiesa, contro ogni forma di violenza, di sfruttamento, di indifferenza per garantire ad ogni bambino e il diritto a vivere la loro innocenza.
“Abbiamo consegnato con grande orgoglio il riconoscimento del Premio Borsellino a un eroe contemporaneo, pioniere nella lotta al contrasto alla pedopornografia e nella salvaguardia dei minori. Un lungo percorso di attivismo che, tra le altre cose, ha portato alla creazione di un protocollo ufficiale tra la Polizia Postale italiana e decine di polizie internazionali. Informare e sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della legalità è uno dei capisaldi di questa amministrazione che grazie al Premio a loro rivolto è ben lieta di sottolineare esempi di vita e di impegno come quello di Don Fortunato Di Noto, Maurizio De Lucia, Caterina Chinnici, Massimo Caponnetto, solo per citare alcuni dei massimi esponenti dell’impegno contro l’illegalità e la criminalità organizzata” così il sindaco Biondi.
“Oltre che un reato la pedopornografia e la pedofilia sono dei gli atti criminali, i più abietti nei confronti minori, bambini e, addirittura, neonati. – ha dichiarato Don Di Noto – Da un lato occorre sempre tenere altissimo il livello di attenzione e applicare le leggi che, qui in Italia sono all’avanguardia, dall’altro bisogna diffondere il più possibile attuare politiche di prevenzione, formazione soprattutto tra i più giovani. Parliamo di un fenomeno enorme, in grande crescita, trasversale e le nuove tecnologie, attraverso i social o il metaverso, aumenta il rischio di adescamento per i più piccoli e la produzione di materiale, come foto o video, pedopornografico. Essere qui all’Aquila e avere la possibilità di parlare di questi temi rappresenta un momento importante di un percorso teso a sensibilizzare le comunità.”